Report (senza i finti scoop su FdI) dimezza gli ascolti. Ora Ranucci denuncia: i filoisraeliani mi minacciano

12 Nov 2024 18:21 - di Luigi Albano
Report

La questura di Roma – secondo quanto apprende l’Ansa – ha acquisito la mail con le minacce rivolte a Report dopo il servizio sul conflitto tra Israele e Palestina realizzato da Giorgio Mottola e andato in onda nell’ultima puntata della trasmissione di Rai 3. Questa mattina il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, aveva reso noto che la redazione aveva ricevuto un messaggio nel quale le si augurava di fare la fine di quella di Charlie Hebdo, vittima di un attentato nel gennaio 2015.

Crollano gli ascolti, Ranucci oggi pubblica una mail di minacce

“Agghiaccianti minacce arrivate alla redazione di Report dopo il servizio sul conflitto tra Israele e Palestina realizzato da Giorgio Mottola“, ha scritto il conduttore del programma di Rai3, Sigfrido Ranucci, in un post sul proprio account Facebook in cui riporta anche il testo delle minacce alla trasmissione: “Vi dovreste vergognare per l’ignobile servizio anti Israele della scorsa settimana. Pulizia etnica da parte dell’esercito israeliano a Gaza? La meriteresti Voi, stile redazione di Charlie Hebdo”, il commento di un utente postato da Ranucci che evoca l’attentato del 17 gennaio 2015, “quando un commando di due uomini armati con fucili d’assalto Kalashnikov – conclude Ranucci – fece irruzione nei locali della sede del giornale durante la riunione settimanale di redazione, sparando sui presenti. Furono uccise dodici persone, tra le quali il direttore Stéphane Charbonnier detto Charb, diversi collaboratori storici del periodico (Cabu, Tignous, Georges Wolinski, Honoré) e due poliziotti”. “L’episodio è stato segnalato ai poliziotti della mia scorta”, fa sapere il direttore di Report. Sono arrivate immediatamente le dichiarazioni solidali nei confronti del conduttore di Report e della sua redazione, con Pd, Avs e M5s in prima linea nelle esternazioni.

Le comunità ebraiche: “Report mendace, non è servizio pubblico”

L’ultima puntata di Report andata in onda domenica sera ha ottenuto il 7,6% (1,3 milioni di telespettatori) con un milione secco di spettatori in meno rispetto alla prima, quella del caso Sangiuliano Boccia. Senza i finti scoop annunciatiche avrebbero dovuto far saltare il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, la trasmissione è letteralmente crollata.

Nel corso della trasmissione il servizio sul Medio oriente era stato molto contestato dalla comunità ebraica. A protestare anche Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. “Alcuni media soprattutto pubblici consentono a determinate trasmissioni di andare in onda omettendo informazioni e costruendone altre. Un esempio ultimo, ma non ultimo, è Report. Report che ricostruisce la storia del Medio Oriente in maniera totalmente assurda, allucinante, omissiva, distorta e mendace. I telespettatori in casa pensano che la TV pubblica racconti delle cose normali, giuste. Invece no. Quindi il problema è la TV pubblica, è l’affidabilità, l’autorevolezza e la responsabilità”. Così Noemi Di Segni, alla manifestazione organizzata dall’associazione Setteottobre, a Roma, dopo l’aggressione dei tifosi israeliani ad Amsterdam.

“Se questi media costruiscono queste distorsioni, le persone nel migliore dei casi imparano le cose distorte, nel peggiore invece ricevono l’assist certificato dall’istituzione pubblica”, ha aggiunto.

 

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