Sapienza, La Russa: “Nessuno scontro destra-sinistra. C’è una parte che impedisce a un’altra di parlare”
“Alla Sapienza non c’è stato nessuno sconto tra destra e sinistra c’era chi voleva parlare e chi voleva impedire che quelli parlassero. È gravissimo che in un’università, oggi a dei ragazzi che si riuniscono pacificamente dicano ‘non puoi perché sei fascista’. Dei ragazzi di 19-20 anni non possono parlare perché altri violentemente decidono che non devono parlare: ‘non ci sto’, diceva uno più importante di me e io credo che ci sia silenzio assordante su questa cosa da parte del mainstream e dei signori della comunicazione”. Parola di Ignazio La Russa dal palco di della 24esima edizione di Italia Direzione Nord a Milano a proposito delle aggressioni dei giovani universitari di destra da parte dei collettivi autonomi nel più grande ateneo d’Europa.
La Russa: “Alla Sapienza solo una parte ha impedito a un’altra di parlare”
“C’è mai stata una manifestazione di sinistra impedita da quelli di destra? Non nella storia repubblicana”, ha proseguito il presidente del Senato che più volte ha denunciato il rischio di un’escalation di violenza di chi ha nostalgia degli anni di piombo. “Non c’è alcun caso, ma di segno opposto sì. Questo dovrebbe essere un punto condiviso da tutti. C’è uno scimmiottamento di quello che è accaduto negli anni ‘70. Non c’è bisogno di arrivare a quegli eccessi. Giornalisti non offrano alibi per quel comportamento, non esiste e non può esistere il diritto di impedire ad altri…a meno che non sia la magistratura a farlo”.
Il tricolore sulla panchina rossa in Senato
È un intervento a tutto campo sui temi caldi dell’attualità quello della seconda carica dello Stato. A partire dalla Giornata internazionale della violenza contro le donne e il tricolore sulla panchina rossa in Senato. “L’iniziativa è partita da una parlamentare di opposizione, Sbrollini, ho pensato che fosse una buona cosa. Ne ho parlato in una capigruppo, erano d’accordo tutti i partiti. Ho ritenuto che in un angolo della panchina rossa ci fosse il tricolore- Perché io non sono convinto che la lotta contro la violenza sulle donne sia ancora appannaggio di tutti gli italiani”. Poi ammette che a destra come a sinistra c’è ancora chi ha una cultura patriarcale, chiamatela come volete, “che non ha afferrato l’importanza di questa battaglia. Ho spiegato che quel piccolo tricolore voleva significare questo: è una questione nazionale che deve appartenere a tutti”. Polemiche senza senso, dunque. “Forse – ha poi osservato – c’è ancora in qualcuno in pregiudizio. Forse qualcuno vede l’uomo nero, in questo caso sarei io, e di fronte a questo non ha una tranquillità di opinioni”.
5Stelle, per Grillo il termine parricidio ci può stare
Inevitabile un commento sulla due giorni costituente dei 5Stelle. “Io sono stato tra i fautori dietro a Tatarella e Fini nella svolta dall’Msi ad Alleanza Nazionale. Sono sempre stato quello meno legato al nostalgismo, per carità, non all’esame della storia. Almirante non c’era più e Fini disse ‘è come in un matrimonio, con la tristezza di lasciare la casa del padre e andare verso una nuova casa’. Qui non c’era parricidio ma un passaggio. Non tocca a me dirlo ma quello dei Cinquestelle non assomiglia a un passaggio”. La Russa dice di non voler entrare in polemica ma sottolinea che nel caso di Grillo-Conte la parola parricidio ci può stare. “Comprendo Grillo che dice ‘senza me non sareste neanche nati’. Sul nome del possibile candidato sindaco di centrodestra, la rosa è ampia. Un civico? Noi abbiamo parlamentari più che all’altezza come Fratelli d’Italia, Fidanza, Osnato e De Corato. Lupi è un’ipotesi”.