Schlein vede rosso e avvisa Meloni: “Stiamo arrivando”. Ma tra Giorgia e Elly il bilancio è 11 a 3

20 Nov 2024 9:20 - di Carlo Marini
elly schlein

“Il 2024 è stato un lungo anno elettorale e noi siamo soddisfatti perché si sta vedendo che un’alternativa alla destra c’è. Nelle Regioni in cui si è votato siamo partiti 6 a 1 per loro e ora siamo 4 a 3. Meloni, stiamo arrivando”. La segretaria del Pd Elly Schlein è ringaluzzita dopo i successi in Emilia Romagna e Umbria, e lo dice al Corriere della Sera.

“Da quando sono segretaria il Partito democratico è cresciuto in tutte le competizioni elettorali sia dove abbiamo vinto sia dove abbiamo perso, ma non ha nessuna presunzione di autosufficienza ed è il motivo per il quale siamo quelli più testardamente unitari e continueremo su questa strada perché non abbiamo nessuna volontà di fare da soli- dice a Maria Teresa Meli Schlein. Elly finge però di dimenticare che nelle tornate regionali, da quando c’è il governo Meloni, il centrodestra ha vinto in 11 regioni e perso in 3 (Sardegna per pochi voti, Emilia Romagna e Umbria, storicamente regioni rosse).

A Schlein sta bene il ponte di Brooklyn, non quello di Messina

Schlein aggiunge che “quello che però è accaduto è che il Pd ha ritrovato un’anima, un profilo chiaro e una forte connessione con la sua gente. Sanno da che parte trovarci, sanno che interpretiamo la sinistra come uno strumento nelle mani di quell’Italia che fa più fatica per migliorare la propria vita”. Riguardo l’attuale governo della destra Elly sparge retorica a più non posso: “Noi lavoriamo perché duri il meno possibile visto che stanno facendo male. Hanno fatto tre manovre senza visione, senza investimenti e quest’ultima, in particolare, è recessiva”, dice la segretaria Pd. “L’unico investimento che hanno fatto in tre anni è l’inutile e dannoso ponte sullo Stretto di Messina”, prosegue Schlein, che pure ha anche passaporto americano e dovrebbe avere dimestichezza con ponti monumentali e opere ciclopiche.

Questa, tuona ancora, è una manovra “senza prospettive per l’Italia. Quindi noi lavoriamo per arrivare a elezioni prima della scadenza perché, visti i danni di questi due anni, non vogliamo vederne per altri tre”, dice Schlein. Tornando al successo alle regionali “sono stati due gli ingredienti che hanno fatto la differenza: l’unità e l’umiltà”, spiega la segretaria Dem, “l’unità non solo della coalizione, ma anche del Pd. L’umiltà perché Stefania (Proietti, la vincitrice del voto regionale in Umbria, ndr) non ha mai ceduto alle provocazioni di una destra aggressiva e perché de Pascale (Michele, vincitore del voto regionale in Emilia Romagna, ndr) si è dato all’ascolto dei cittadini per capire dove si può fare di meglio, a partire dalla nostra priorità che è la sanità pubblica”. In tutto ciò, conclude Schlein, commentando la deriva dell’astensionismo “ci preoccupa che tanti cittadini non credano più che il loro voto faccia una differenza”. Un astensionismo che, stavolta, non è stato troppo commentato dai dem, rispetto alle volte in cui hanno perso. Chissà perché…

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