Sciopero generale? No, grazie. Da Cgil e Uil polemiche strumentali davanti a una manovra “sociale”

1 Nov 2024 7:40 - di * Francesco Paolo Capone

Come ogni anno, più si avvicina la definizione della manovra finanziaria e più si amplificano (e prolificano) le polemiche. Il sindacato, in nome della responsabilità verso coloro che rappresenta e dell’autonomia di rivendicare giustizia sociale, ha il dovere di porsi come interlocutore collaborativo e ragionevole verso il governo. Il compito ci è reso non complesso, peraltro, da qualche tempo, vista la tendenza di questo governo in carica a mantenere e confermare una connotazione orientata al sociale nelle recenti leggi di bilancio, così come nell’ultima in discussione in queste settimane.

Martedì prossimo i sindacati, e quindi l’Ugl, sono stati convocati a Palazzo Chigi per l’incontro con il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e una delegazione di Ministri. L’Ugl si è espressa, recentemente, sottolineando le misure che rispondono alle richieste espresse anche attraverso la manifestazione delle “Cento Piazze”, del 27 e 28 settembre, per sensibilizzare l’esecutivo sulla necessità di varare una Legge di Bilancio di stampo sociale. Ad oggi, una ampia parte delle richieste della nostra organizzazione sindacale al Governo hanno trovato spazio nel disegno di legge di bilancio.

Fra queste, vi è, ad esempio, l’aumento della base delle detrazioni sul lavoro dipendente  da 1.880 a 1.955 euro, un passo significativo verso un sistema fiscale più equo e favorevole a chi lavora. Questa misura non solo allevia il carico fiscale, ma rafforza sensibilmente il potere d’acquisto delle retribuzioni. Il taglio del cuneo è un intervento puntuale che, una volta reso strutturale, produce un impatto positivo sul mercato del lavoro dipendente e sull’economia in quanto agisce su più fronti: rappresenta un importante sostegno ai salari dei lavoratori colpiti dall’inflazione erogando più risorse in busta paga e, inoltre, generando un circolo virtuoso. Ridurre la tassazione consente di immettere liquidità nell’economia agevolando le imprese, favorendo gli investimenti nell’innovazione, nel capitale umano e nella competitività, contribuendo alla creazione di nuovi posti di lavoro e al rilancio della crescita e dei consumi.

In merito al capitolo sanità, saranno destinate risorse importanti in questa manovra; dobbiamo far presente che vi sono circa 34 miliardi di euro inutilizzati per l’edilizia sanitaria, che potrebbero essere usati per ammodernare le infrastrutture del settore, tenendo presente inoltre che vi sono anche fondi del Pnrr che possono essere sfruttati in tal senso. Anche sul pubblico impiego, sono stati stanziati per il rinnovo dei contratti 10,8 miliardi per il triennio 2025-27 e 12,1 miliardi per il triennio 2028-30. Tutto è migliorabile, fatta salva la questione che bisogna fare i “conti” con le risorse disponibili. Il punto di partenza, tuttavia, ci sembra buono.

Siamo fermamente convinti dunque che lo sciopero vada attivato sempre come “extrema ratio”, in caso contrario si svilirebbe il suo significato, trasformandolo in una inefficace ritualità. In una fase di incertezze caratterizzata da numerose incognite a causa dell’instabilità dello scenario internazionale, ritengo infatti centrale puntare sulla responsabilità e sulla collaborazione fra istituzioni e parti sociali. È necessario superare le contrapposizioni ideologiche e le polemiche strumentali. Per questo, non aderiremo allo sciopero generale annunciato da Cgil e Uil per il 29 novembre. Riteniamo che il confronto con il governo sia il metodo migliore per rappresentare le istanze del mondo del lavoro.

*Segretario generale Ugl

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *