Siria in fiamme: Aleppo nelle mani dei ribelli, a Damasco tentativi di golpe anti Assad
Un tentativo di colpo di Stato sarebbe in questo momento in corso nella capitale della Siria Damasco. A riportare la notizia è la maggior parte dei media turchi, che pubblicano anche video di esplosioni e scontri nella capitale siriana che, affermano, sarebbero riconducibili all’ammutinamento di una parte dell’esercito.
Secondo il portale del quotidiano vicino al governo Sabah, la televisione di Stato siriana avrebbe interrotto le trasmissioni ed è ignoto dove si trovino il presidente Bashar al Assad e la sua famiglia. Secondo alcuni portali, che citano giornalisti siriani, Assad potrebbe essere fuggito in Russia. Sempre i media turchi riportano le parole del capo del governo di transizione siriano, Abdurrahman Mustafa, secondo cui i ribelli di Hayat Tahrir Al Sham sarebbero pronti a lanciare un’operazione “su tre diversi fronti” per prendere il controllo della città di Tal Rifat, nel nord del Paese.
Siria in fiamme: scontri nelle strade di Damasco
Media siriani e panarabi riferiscono di notizie, non confermate e non verificabili al momento, di scontri in corso a Damasco tra fazioni governative rivali mentre si addensano voci di un possibile golpe imminente ai vertici del regime siriano incarnato dal presidente Bashar al Assad. Le indiscrezioni vengono riferite tra gli altri anche da Cnn Turchia. Le fonti riferiscono di scontri armati nel quartiere di Kafr Suse tra la Guardia Repubblicana e la 4a divisione, due reparti d’elite delle forze armate siriane. La 4a divisione è comandata dal fratello minore di Bashar, Maher al Assad, indicato come molto vicino all’Iran.
In Siria, nelle stesse ore, la città di Aleppo è finita in mano ai ribelli. “Si vede che le cose sono state preparate prima da parte dei turchi e dei ribelli. I cristiani di Aleppo temono che la guerra duri molto e che ci siano molti morti”. Lo afferma in un’intervista al Tg1 il Vicario Apostolico di Aleppo, Hanna Jallouf.
Mosca ha promesso aiuti militari alla Siria entro le prossime 72 ore e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha effettuato un giro di chiamate fra gli omologhi che hanno interessi nel conflitto siriano. Con il ministro degli Esteri iraniano, suo alleato, il capo della diplomazia di Mosca ha concordato sulla “necessità di intensificare gli sforzi congiunti volti a stabilizzare la situazione” mentre con quello turco, Paese con cui gli interessi nello scenario siriano sono opposti, ha espresso “seria preoccupazione per l’escalation militare”. Intanto nel vicino Libano la tregua fra Hezbollah e Israele resta molto fragile.
Le preoccupazioni di Israele: se cade Assad sarà caos
“Le infrastrutture iraniane in Siria sono state danneggiate e gran parte di esse è stata catturata dai ribelli. L’attenzione di Hezbollah si sposterà ora sulla Siria, per difendere il regime di Assad”. Lo hanno riferito i responsabili dell’intelligence israeliana al premier Benyamin Netanyahu questa sera in una riunione sulla crisi in Siria. L’intelligence ritiene che ciò rafforzerà la probabilità che venga rispettato il cessate il fuoco tra Israele e Libano. Lo riporta Channel 12. Al primo ministro sarebbe stato spiegato che “il crollo del regime di Assad creerebbe un caos con minacce militari per Israele”.