Sudori freddi, attacchi di panico e ansia: lo stress da Aula che colpisce senatori e deputati

7 Nov 2024 17:46 - di Sara De Vico

Mani sudate, sudori freddi, bocca secca, giramenti di testa, gambe molli. Nessuno, ricchi e poveri, potenti e signori nessuno, è immune da stress. Non figura nei manuali di medicina, ma esiste anche lo stress politico che colpisce deputati e senatori di tutte le latitudini. Prima di una votazione importante, di una dichiarazione in Aula, di una diretta televisiva. L’adrenalina da emiciclo può trasformarsi in ansia pura e addirittura in attacchi di panico. Lo ha scoperto l’Adnkronos raccogliendo in Transatlantico le testimonianze dei parlamentari in occasione della Giornata mondiale della consapevolezza dello stress. Tante le tipologie.

Lo stress da Aula, ecco come lo vivono deputati e senatori

C’è chi, come la 5Stelle Ida Carmina, confessa di avere la sindrome da burnout perché si sente ”limitata” sui banchi dell’opposizione. Chi, come Federico Mollicone di FdI,  per gli effetti di una super pressione da lavoro è finito in ospedale in coma. ”Passai direttamente dall’Aula al Policlinico Gemelli per una sindrome vagale, che probabilmente aveva tra le sue cause lo stress. Stare in Parlamento non è certo lavorare in miniera”, dice il presidente della Commissione Cultura. “Ma è dimostrato che comunque se vuoi onorare il tuo ruolo,  lavorare ai nostri ritmi ogni giorno, sia dentro che fuori l’Aula, è certamente stressante”. Angelo Bonelli, invece, assicura di sentirsi affaticato nei momenti clou della battaglia parlamentare ma mai stressato.

Sgarbi: sotto pressione sì, ma l’adrenalina fa passare tutto

Vittorio Sgarbi, famoso anche per i suoi sfoghi sul piccolo schermo, sentenzia: ”Solo chi ‘sta fuori gioco’, ovvero non sa distinguersi con una posizione ben riconoscibile si fa prendere dall’ansia da prestazione…”. Il critico d’arte poi rivela la sua ‘ricetta’ anti stress. ” Mi è capitato solo qualche volta di essere un po’ sotto pressione ma l’eccitazione del momento, il divertimento, la vis polemica ti fa passare tutto via”. C’è chi invita a non esagerare perché esistono lavori molto più usuranti, come il dem Federico Fornaro: ”Lo stress appartiene alla vita quotidiana di tutti, dopodiché in miniera ci si stressa sicuramente di più…”. E c’è poi chi la prende con ironia.  È il caso della premier Giorgia Meloni che è solita scherzare sulle fatiche imposte dal suo ruolo. Mercoledì scorso, ricevendo il neo segretario generale della Nato Mark Rutte, ha risposto alla domanda  ”come va?”, con un “sono ancora viva…”.

Meloni scherza: non ricordo più da quanti anni sono a Palazzo Chigi

In Umbria, in occasione della firma dell’accordo per lo sviluppo e la coesione, era soffermata sul lavoro portato avanti dal governo “in questi 14, 15 mesi… Quanti sono? Non lo ricordo”. “Non ricordo più da quanto tempo quanti sono a Palazzo Chigi, a me sembrano 15 anni, ma questa è un’altra storia..”, aveva scherzato. E dal palco di Atreju aveva ironizzato in romanesco con chi la incitava a governare per altri 20 anni: “raga dai, su, non scherzamo…”. Ed è forse anche per via dello stress accumulato in questi due anni che la premier ha dovuto fare i conti con diversi acciacchi, dall’influenza – l’ultima l’ha colpita proprio in questi giorni – a frequenti abbassamenti di voce fino agli otoliti. Dei contraccolpi dello stress sulla salute ne sa qualcosa anche il ministro Guido Crosetto, finito in ospedale due volte nell’arco di una manciata di mesi per problemi al cuore.

Gasparri: sono stressato ma io stresso lo stress

Un altro parlamentare pronto a fare autoironia è un ‘decano’ del Parlamento come Maurizio Gasparri. ”Sono stressato, ma io stresso lo stress… Imfatti lo stress ha indetto la ‘Giornata nazionale di Gasparri’, perché lo stress è stressato da me…”. Il senatore del Pd Filippo Sensi,  portavoce a Palazzo Chigi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, parla di vari tipi di stress politico. “C’è uno stress da responsabilità di lavoro, uno da burocrazia, ma c’è anche quello legato al sentirsi spesso di non contare nulla e di non fare la differenza nel lavoro quotidiano”. Paolo Zangrillo, parlamentare azzurro e ministro della Funzione pubblica confida la sua ansia da performance. ”Provenendo dal privato, lo stress che vivo io è l’eccessiva dilatazione dei tempi tra l’assumere una decisione e poterne riscontrare il risultato”.  Ettore Rosato, ex Pd vicesegretario di Azione, scherza: ”Guardando oggi il Transatlantico non noto troppo stress. In generale la rilevanza del Parlamento nei processi decisionali è pari allo stress che si registra: venti anni fa c’era molto stress, oggi non c’è più stress”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *