Suicidio 15enne a Enna, il procuratore dei minori agli amici di Larimar: “Chi sa parli, tuteleremo chiunque”

9 Nov 2024 17:48 - di Redazione

“Mi rivolgo ai più giovani, agli amici, ai compagni di Larimar Annaloro. Chi sa qualcosa parli. Abbiamo già sentito molti ragazzi, tra i suoi amici. Ma se c’è qualcuno che sa qualche particolare che, a suo modo di vedere, può essere insignificante, o se ha paura, ce lo venga a dire. Noi tuteleremo chiunque. Perché consideriamo la tutela del minore come faro che indirizza il nostro operato”. A lanciare l’appello accorato, in un colloquio con Adnkronos, è il procuratore dei minori di Caltanissetta, Rocco Cosentino che coordina le indagini sul suicidio della studentessa 15enne. Che martedì si è tolta la vita impiccandosi con una corda a un albero del proprio giardino, a Piazza Armerina, piccolo centro dell’ennese.

Suicidio Larimar, il procuratore: “Chiunque sa parli, lo tuteleremo”

“Non abbia timore di presentarsi, per renderci edotti di particolari che conosce sulla vicenda che per noi potrebbero essere importanti, anzi direi fondamentali. Noi siamo un ufficio che accoglie chiunque a braccia aperte, sempre e comunque. Questo è un dato assodato”. Così il procuratore che ha disposto per mercoledì prossimo l’autopsia sul corpo della ragazza, dopo che la Procura di Enna aveva restituito il corpo alla famiglia. Negli ultimi giorni al commissariato di Piazza Armerina sono stati sentiti diversi amici e compagni di scuola della 15enne. Che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere rimasta vittima di revenge porn e di bullismo. Alcuni coetanei hanno riferito che circolava la notizia di foto e video intime della giovane diffuse nelle chat. E che la ragazza era stata insultata da studenti del suo liceo durante una lite con una compagna.

L’ipotesi di bullismo e revenge porne

“Questo è un dato investigativo su cui non posso dire nulla – spiega il Procuratore – noi indaghiamo per istigazione al suicidio. Quindi, anche questo potrebbe essere un elemento utile per capire le ragioni del gesto. Il fatto di una ipotetica diffusione di materiale sarebbe una fattispecie autonoma di reato. È chiaro che nell’ambito delle indagini questo è un tema notevolmente rilevante, che naturalmente stiamo approfondendo”. Il giudice ha spiegato che le indagini non vanno in un’unica direzione. “La prima attività è quella di partire dalla ristretta cerchia di amici e familiari. Poi ci allargheremo piano piano per cercare di acquisire quanti più elementi possibile. Naturalmente, non tralasciamo nessuna causa di questo insano gesto, episodi che possano avere indotto la ragazza a compiere questo suicidio”. Secondo la Procura dei Minori, il suicidio di Larimar “è maturato in un ambiente giovanile, adolescenziale”, dice Cosentino, che prima di arrivare a Caltanissetta è stato pm alla Procura di Palmi per quasi 17 anni.

Il giallo del biglietto “Ti amerò anche nella prossima vita”

“Non stiamo parlando di un delitto di mafia in cui è più facilmente immaginabile l’omertà. Di solito i ragazzi sono collaborativi, ovviamente al netto di possibili remore che potrebbero avere, visto il caso particolare”. La Procura indaga anche su un biglietto su cui si legge “Ti amerò anche nella prossima vita, Lari”, che la ragazza avrebbe consegnato a un amico del suo ragazzo, destinatario del biglietto. Ma Dioslary, una delle due sorelle di Larimar Annaloro, sostiene che quella non sia la scrittura della suicida. Insomma, sono tanti i pezzi da mettere insieme in questo puzzle difficilissimo.

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