Torino sotto assedio, anarchici e centri sociali in piazza contro il Cpr: bombe carta contro i poliziotti
Torino, una città nuovamente teatro di tensioni accese. Secondo la questura, 700 i manifestanti che si sono riversati ieri nelle strade del quartiere San Paolo per opporsi alla riapertura del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di corso Brunelleschi, chiuso da tre anni in seguito alla tragedia di un recluso suicida. Una vicenda passata sotto silenzio dai grandi media, ma che ha portato con sé bombe carta, scontri e vandalismo. Il corteo, composto da anarchici, attivisti e dai soliti centri sociali, si è rapidamente trasformato in un campo di guerriglia urbana, con un’ondata di rabbia che non ha risparmiato vetrine, muri e persino l’Asl e l’ospedale Martini.
Il corteo e il caos tra le vie di Torino
In piazza Robilant, uno striscione rosso come i partecipanti: «CPR = lager». Accanto, una signora avvolta dalla bandiera della pace esibisce un cartello: «Cpr peggio del carcere. Perché nessuno può entrare, controllare e dialogare con i reclusi?». È solo l’inizio di una manifestazione che trasforma Torino in un terreno di battaglia.
Avanzando compatti, come su indicazione del centro sociale Gabrio che proprio ha chiamato la “manifestazione”, hanno scandito slogan contro il “razzismo di Stato” e rivendicando libertà per i “reclusi” del Cpr. Lungo il percorso, bombe carta e fumogeni hanno incendiato la notte torinese, segnando il passaggio del corteo tra via Isonzo e via Monginevro, fino a corso Brunelleschi. Il traffico in tilt e le strade disseminate di scritte hanno lasciato una scia di caos e disordine. I rivoltosi, organizzati e determinati, avevano diffuso un vademecum sui social per evitare identificazioni: “stare compatti“, “se vedi qualcuno fare scritte su un muro e vuoi scattare foto evita di riprendere dettagli e facce”, “no bandiere, ma i simboli della resistenza palestinese sono good“.
Bombe carta e vandalismi: l’assalto ai simboli cittadini
Non si sono fermati davanti a nulla: dai muri di Mercatò a quelli dell’Asl di via Monginevro, fino al McDonald’s, ogni tappa è diventata un bersaglio per imbrattamenti e slogan violenti. L’atmosfera si è fatta pesante all’altezza dell’ospedale Martini, dove le bombe carta hanno creato un’escalation di violenza contro i blindati della polizia. Un susseguirsi di atti che non ha lasciato indifferenti le istituzioni: «Inaccettabile la violenza contro la polizia. Esprimiamo solidarietà alle forze dell’ordine», così la vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Augusta Montaruli, ribadendo la «fermezza nel difendere la politica dei rimpatri w di contrasto all’immigrazione clandestina». Ad intervenire anche la vicepresidente della Regione, Elena Chiorino, che senza mezzi termini ha definito «delinquenti» coloro scesi in marcia. «Non c’è altro modo per definire chi tira bombe carta nei pressi di un presidio sanitario, si rende protagonista di devastazioni e assalta la polizia», ha aggiunto.
Esplosione notturna a Lessolo: colpo al bancomat dell’Unicredit
Eppure, la notte torinese non si è chiusa senza un’ulteriore scossa. All’alba, a Lessolo, a pochi chilometri dalla città, ignoti hanno fatto esplodere il bancomat di Unicredit con il metodo della “marmotta“, un’operazione brutale che ha danneggiato l’edificio e creato panico tra i residenti. Ancora incerta la somma rubata, mentre vigili del fuoco e carabinieri di Ivrea cercano indizi per risalire ai responsabili.