Trump, Cruciani euforico sbertuccia la sinistra e sfiora la rissa con Parenzo: “Abbiamo fatto un c**o così ai radical chic” (video)

7 Nov 2024 14:04 - di Giulia Melodia
Cruciani Parenzo

Altro che Trump e Kamala, tra Cruciani e Parenzo finisce in rissa: l’euforia pungente del primo ammutolisce e irrita il secondo. E si sfiora addirittura la rissa quando il conduttore de La7 strappa la bandiera del tycoon che il collega aveva appeso sulla parete dello studio di Radio24. Ma andiamo con ordine, perché il caos nello studio de La Zanzara dura almeno 48 ore, e procede di pari passo con gli eventi e le dissertazioni social del giorno del voto americano, prima. E della sentenza uscita dalle urne d’oltreoceano, subito dopo.

Altro che Trump e Kamala: tra Cruciani e Parenzo finisce in rissa

Trump stravince negli Usa ed esplode la gioia e scoppia il delirio nello studio del La Zanzara tra un incontenibile Giuseppe Cruciani e un deluso David Parenzo. Parenzo che ieri mattina è entrato nello studio de L’Aria che tira con il volto tirato, che le telecamere non hanno potuto fare a meno di inquadrare impietosamente. (E i social, immancabilmente, di rilanciare e commentare)… La partita elettorale americana, mai così aspra e dura, non si esaurisce allo scadere dei termini regolamentari, anzi: lo spogliatoio, come si dice in gergo, in queste ore di analisi e opinioni, retroscena e smentite, continua a rumoreggiare. Con sostenitori e detrattori dell’uno e dell’altro candidato che insistono a darsele e dirsele di santa ragione. E anche da noi, al di qua dell’oceano, non ci si sottrae certo al confronto.

La bordata “euforica” di Cruciani ammutolisce Parenzo

E così eccoci al conduttore de La Zanzara su Radio 24, che ieri ha aperto la puntata post sfida e post vittoria repubblicana che ha incoronato Trump trionfatore assoluto anche sul fronte del voto popolare, esultando per l’affermazione netta del tycoon. E sbeffeggiando gufi e cassandre dem che, negli States come in casa nostra, si sono sperticati fino all’ultimo – e continuano a rinverdire il tema – in paragoni col nazismo. Allarmi per quel che potrebbe accadere sul fronte aperto dei conflitti in corso, e via terrorizzando…

Insomma, se Cruciani non ha smaltito la sbornia di euforia per la vittoria di Trump, la Ztl di casa nostra e suoi direttori del traffico mediatico sono ben lungi dal demordere dalla linea della profetizzazione del disastro. Scenari apocalittici tanto paventati prima, quanto rilanciati poi dopo la delusione post elettorale. E così, dalle Ztl di casa nostra a quelli che Cruciani non manca di definire «i soliti fighetti radical chic», il plotone dem disseminato tra giornaloni e tv, insiste a cimentarsi con toni funerei e affermazioni da tragedia, pubblicand e sostenendo tesi arbitrarie, come se in America ci fosse stato un colpo di Stato. E non delle democratiche, libere elezioni popolari.

Il commento che seppellisce la sinistra di casa nostra e americana

Un approccio che Cruciani non può e non vuole lasciar correre. Tanto che aprendo la puntata dedicata al voto Usa a alla psicosi collettiva che in Italia ha investito la sinistra politica e mediatica pronta a demonizzare il candidato repubblicano prima e finanche dopo il verdetto delle urne, tuona. «La sinistra mondiale unita ha già cominciato a urlare sull’arrivo del fascismo per la possibile vittoria di Donald Trump – premette Cruciani facendo intendere chiaramente il tenore del suo intervento. Arrivando all’apice dello sfottò un istante dopo, aggiungendo a chiare lettere: «Avete rotto il ca***!… Poi, a vittoria di Trump acclarata, ironizzando sulla sua stessa reazione, ai microfoni di Radio 24, assesta al bordata finale…

Cruciani atterrisce Parenzo: la replica “colorita” contro gufi e Cassandre

«Noi del giornalismo neutrale, che non fa sconti a nessuno. Noi, con grande serenità e molta pacatezza, diciamo: gli abbiamo fatto un cu*o così… caro Parenzo». E non manca di aggiungere: «Hanno perso quelli del politicamente corretto, dei diritti delle minoranze… Dei fighetti radical chic… Le star di Hollywood… Vanno a casa quelli che gridano ogni volta al pericolo fascismo, all’allarme democratico. Hanno perso quelli che guardano con schifo il popolo…». Espressioni colorite, certo, che tra le righe rimandano però a una verità incontrovertibile su cui c’è poco da ricamare con trame di panico e ordito demonizzante. E in studio finisce pure in rissa: con Cruciani che a elezioni in corso aveva esposto la bandiera di Trump e Parenzo, sempre più in crisi, che all’apice dell’insofferenza, gliel’ha strappata…

Il solito grido d’allarme democratico

Ma il dato di fondo, tri tifoserie in azione e repliche alacremente in corso, resta. Trump ha vinto con enorme distacco il voto popolare (che nel 2016 aveva lasciato dubbi sul carattere effettivamente democratico di un complicato sistema elettorale e costituzionale per cui Hillary Clinton non era stata eletta pur avendo ottenuto circa tre milioni di voti in piú di Trump nel computo del voto popolare nazionale). Ha aumentato di oltre il 10% rispetto al 2016 i voti in quasi tutti gli Stati (anche in quelli assegnati a Kamala Harris). Non c’è un solo aspetto che consenta di dire che il 47 esimo Presidente degli Stati Uniti non sia stato eletto al termine di un processo dove si è perfettamente compiuta la democrazia.

Se poi per i soliti soloni della Ztl internazionale e casalinga la democrazia c’è solo quando vince il candidato che si supporta o che ci piace, e nel caso contrario è invece la fine della democrazia e il ritorno dei nazismi, allora forse ci può stare anche la replica (con coreografici commenti) di Cruciani: che taglia corto e con efficacia sulle tifoserie e gli spettri che evocano a orologeria da spalti e curve mediatici del mondo…

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