Trump e Harris sulle orme del Cav con l’elmetto: rush finale a colpi di look. Gilet da lavoro per lui, in jeans lei (video)

4 Nov 2024 14:11 - di Chiara Volpi
Trump Harris look

Donald Trump e Kamala Harris a caccia del voto degli indecisi in tenuta popolare: look con gilet da lavoro per lui. Jeans per lei. Niente di nuovo dal fronte occidentale: il Cav con l’elmetto ce l’ha insegnato già decenni fa… Eppure, ancora oggi, nell’America polarizzata e sempre più divisa chiamata al voto tutto conta. E tutto fa la differenza: finanche il look dei due sfidanti repubblicano e democratica.

Sì, perché una volta assodati gli schieramenti di star e vip scesi in campo per sostenere l’uno o l’altro dei candidati, nella caccia all’ultimo voto la differenza sembra poterla fare anche l’outfit, allegorico, emblematico, propagandistico che sia, sfoggiata nelle varie occasioni pubbliche in chiusura di campagna elettorale. Insomma, archiviata la cronaca gli endorsement celebri, ora massmediologi e sondaggisti si concentrano sull’immagine, sugli abiti sfoggiati, sui rimandi che un cappellino, un gilet, un paio di jeans possono significare.

Trump-Harris al rush finale puntando sul look: a caccia dell’outfit più “popolare”

In azione, dunque, in questo rush finale, entrano in campo “i persuasori occulti” di Vance Packard, l’insegnante di giornalismo all’Università di New York che rivelò al grande pubblico americano e a quello di tutto il mondo che l’alleanza sempre più stretta tra analisi e pubblicità minacciava subdolamente, ma scientificamente, la libertà d’opinione su qualsiasi argomento. Ma anche il celebre aforisma sempreverde di Marshall McLuhan: «Il medium è il messaggio». Ossia: il mezzo di comunicazione utilizzato ha un impatto più significativo sulla società rispetto al contenuto che veicola. È l’America bellezza…

Nella campagna di veleni e gaffe alla conquista dell’ultimo indeciso col look

Puntare anche sul look per conquistare nuovi elettori: sembra essere questo l’ultimo schema che spunta tra le righe di una campagna elettorale infuocata, disseminata di insidie e veleni a cui contrapporre l’antidoto di un’immagine che attraverso un semplice capo indossato invii agli americani chiamati alle urne un rassicurante messaggio di affidabilità, solidarietà, senso di appartenenza. E superare gli steccati di genere, di origini, di classe sociale attraverso un abbigliamento propedeutico  all’immagine che Trump ed Harris vogliono trasmettere come leader per accorciare le distanze che li separano non solo dalla Casa Bianca, ma anche dai votanti che decideranno il risultato della corsa presidenziale.

Trump e Harris svecchiano il look: al bando le uniformi ufficiali, gilet e grembiule da lavoro per lui…

E allora, bando alle uniformi classiche indossate per lo più dai due candidati: classici completi Brioni scuri con cravatta rossa per il tycoon. E  sobri tailleur  rinvigoriti dagli immancabili tacchi per la vicepresidente. «Ogni volta che si discostano da queste “uniformi”, come sottolinea anche il Wall Street Journal – e rilancia Il Giornale – stanno inviando messaggi strategici agli elettori, nel tentativo di raggiungere anche l’ultimo americano ancora indeciso». Al netto dell’aoutfit tradizionale e abitualmente sfoggiato, allora, Trump si mostra sul pezzo, e abile comunicatore nel comunicare, anche semplicemente indossando l’immancabile berretto Maga (Make America Great Again), di rimarcare il suo legame con la classe operaia.

Ma il cappellino non può bastare: e così ecco il tycoon calarsi nelle vesti – letteralmente – di «uomo del popolo», indossando con disinvoltura il gilet da netturbino con cui si è mostrato a telecamere e obiettivi in Wisconsin, quando sfruttando la gaffe di Joe Biden che ha definito il suoi sostenitori «spazzatura», si è mostrato nella cabina di guida di un camion della nettezza urbana con tanto di scritta “Make America Great Again”. O ancora, quando senza perdersi d’animo, ha allacciato ai fianchi il grembiule di McDonald’s in un ristorante della catena di fast-food nella contea di Bucks, in Pennsylvania dove, dopo una rapida lezione di apprendistato, Trump ha immerso nell’olio ad alta temperatura – quasi come quella delle polemiche elettorali – vagonate di patatine fritte, collaborando nel riempire i sacchetti da asporto.

Un sempreverde per lei: jeans a gamba larga

E Kamala Harris? Anche lei si è prestata al gioco, forse giocando più di rimessa che per iniziativa originale. E così, ultimamente l’abbiamo vista calzare jeans cuciti addosso in diverse occasioni: come quelli a gamba larga scelti per presentarsi sui palchi mediatici in Nevada, Pennsylvania e Georgia. Un classico dell’outfit americano: i jeans, per una scelta spendibile, facile ma di immediato impatto, secondo gli esperti commentatori d’oltreoceano. Un capo eterno, in grado di traghettare immediatamente fuori dall’istituzionalità del ritratto nello studio ovale l’immagine impomatata del presidente americano.

In queste manciata di ore che separano i candidati dem e repubblicano dal voto, insomma, è guerra all’ultimo outfit. Ma in questo non hanno da inventarsi e insegnare niente a nessuno, meno che mai a noi italiani che abbiamo avuto prima di altri un grande innovatore del linguaggio della politica: quel Silvio Berlusconi che, ora con l’elmetto del “presidente operaio”, ora con il cappellino con la visiera, ora con la bandana – a cui si aggiungeranno alla lista nel tempo anche quello da panettiere, per dimostrare solidarietà alla categoria, da alternare ai raffinati Panama come i completi blu alle tute da jogging – anticipatore di una forma di comunicazione politica che avrebbe svecchiato moduli e stilemi segnando il passo (e le mode).

 

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