Unicredit-Bpm, l’incubo del taglio di 6mila dipendenti. Urso: “Il sistema bancario italiano è solido”
Dopo il cda di Banco Bpm, l’ad dell’istituto di credito – finito nel mirino del colosso Unicredit – scrive ai dipendenti manifestando perplessità sulla possibile operazione di aggregazione tra le due banche, ma soprattutto sulle sinergie di costo stimate da Unicredit. Si tratta – secondo Giuseppe Castagna – di oltre un terzo della base costi di Banco Bpm che “significherebbe tagli al personale di oltre 6.000 colleghe e colleghi”. “Senza contare che tale offerta, in conseguenza della normativa sulle opa, rischia di limitare l’autonomia strategica del management anche con riferimento alle condizioni dell’operazione su Anima Holding”, aggiunge l’amministratore delegato.
Unicredit-Bpm, un’operazione ad alto rischio
Secondo Castagna, l’offerta lanciata da Unicredit lo scorso 25 novembre per le azioni del Gruppo, non rifletterebbe “in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti Banco Bpm” e l’ops “esporrebbe gli stakeholder della nostra Banca a una significativa diluizione di tale presenza a favore di aree caratterizzate da una minore crescita e da un maggiore rischio geopolitico”. “Care colleghe, cari colleghi – scrive l’ad – a pochi giorni dalla mia precedente lettera, mi sento di dover tornare da voi per commentare le recenti notizie, di cui certamente siete già a conoscenza. Ci troviamo in un momento di grande rilevanza per il nostro Gruppo, un passaggio storico che ci vede protagonisti attivi sul mercato, come dimostrano i recenti accadimenti che riguardano la nostra Banca”. Secondo Castagna il 2024 è stato “per noi un anno straordinario, che ha segnato un importante capitolo della nostra storia” in quanto “gli obiettivi raggiunti (i risultati del terzo trimestre, l’opa sulla totalità delle azioni di Anima promossa dalla nostra controllata Banco Bpm Vita e l’acquisizione di una partecipazione azionaria del 5% del capitale sociale di Mps) hanno rafforzato il nostro posizionamento, ponendo le basi per un futuro di ulteriore crescita”. L’amministratore delegato sottolinea come “forse anche per questi motivi, ci troviamo oggi a dover commentare un’operazione non concordata con la Banca e a condizioni di prezzo inusuali per questo tipo di operazioni”.
L’ad sottolinea poi come ciò che non deve venire meno, in un momento come questo, è “la nostra fiducia nel percorso intrapreso”. “Non possiamo – recita la lettera – permetterci di perdere la rotta o di distogliere l’attenzione dai nostri obiettivi”.
Urso: “Ha già parlato Giorgetti, ma il sistema è solido”
Sull’offerta pubblica di scambio lanciata da UniCredit su Banco Bpm “si e’ espresso il ministro Giorgetti che ha la competenza in materia”m ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine dell’assemblea di Confartigianato. “Evidenzio comunque che il sistema bancario oggi e’ giudicato in Italia piu’ solido rispetto ad altri Paesi”, ha aggiunto.
Intervistato da Rtl 102.5 sull’Ops UniCredit-Banco Bpm il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini ha ribadito che «UniCredit ormai di italiano ha poco: l’azionariato italiano è la minoranza della minoranza. É una banca controllata da stranieri». Secondo il ministro, che UniCredit «vada a fare acquisti di altre banche italiane per poi magari andare a chiudere sportelli e licenziare in Italia e trasferire i risparmi italiani all’estero, permettetemi da ministro e da italiano di difendere l’italianità rimasta del sistema bancario italiano».