“Up patriots to arms”: su Mps non passa lo straniero. Meloni trasforma la banca rossa in tricolore

15 Nov 2024 15:08 - di Luca Maurelli

Un autorevole quotidiano economico, “Milano Finanza”, non senza un po’ di ironia e un pizzico di malizia, oggi ha titolato “Meloni ha una banca“, richiamando la famosa e tragicomica frase dell’allora segretario dei Ds, Piero Fassino, nei giorni della scalata di Bnl alla “rossa” Unipol. Oggi, per un’altra “rossa”, Mps, lo scenario è completamente diverso, gli interessi di partito non c’entrano, quelli dell’Italia sì. “Up patriots to arms“, canterebbe Franco Battiato, patrioti (banchieri), alle armi!

La mossa del governo – liberare una quota a favore di “cavalieri bianchi e patrioti”, Del Vecchio e Caltagirone – ha consentito al Monte dei Paschi di Siena, dopo anni di agonia e decenni di monopolio della sinistra sulla sua “governance”, di proporsi all’interno di un gruppo che è già terzo polo bancario (e potrebbe diventare il secondo), di respingere l’assalto francese di Crédit Agricole all’istituto senese e innervare l’azionariato di una forte matrice nazionalista, sovranista, o – senza enfasi politiche – semplicemente italiana. Per non parlare del miliardo e mezzo incassato dallo Stato.

Mps e l’operazione Italia voluta dal governo Meloni

Una strategia azzeccata, quella del ministero dell’Economia, a giudicare dalle analisi della testate finanziarie, e senza alcun nessun con le manine politiche dei Fassino che furono: il tema è l’italianità, non Fratelli d’Italia o interessi di botteguccia politica. “L’operazione dal punto di vista strategico garantisce il governo Meloni circa l’italianità di ben tre istituzioni finanziarie in un colpo solo dalle mire di un colosso estero, come per esempio Crèdit Agricole che ha già il 9% del Banco. Insomma un’operazione di sistema e insieme di politica industriale che finora sembra essere stata benedetta sia dalla politica sia dal mercato”, è la benedizione di Mf, non del “Secolo d’Italia”, per intenderci.

Cos’è accaduto? Il Tesoro ieri ha blindato l’italianità del Monte di Paschi con la cessione del 15% di Siena a un partner industriale – il polo Banco Bpm-Anima che avrà il 9% – scortato da due solidi soci imprenditoriali – il gruppo Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio, ciascuna con il 3,5%. Per il ministero dell’Economia,  “è un’operazione di politica bancaria e finanziaria italiana volta a rafforzare l’azionariato di un player importante nel mercato del credito in modo serio e riservato”: soci italiani stabili, prospettiva industriale, chiusura dei conti con l’Europa e una bella plusvalenza.

Il nuovo azionariato di Mps – che negli anni scorsi era stata a un passo dal default, negli anni in cui veniva gestita dagli amministratori senesi, con il Comune in testa a dettare le mosse – vede il Tesoro -all’11,7%, il Banco al 5%, Anima al 4% e Caltagirone e Delfin, che già hanno condiviso visione e strategie nelle partite su Generali e Mediobanca, al 3,5%.

La soddisfazione dei sindacati e di Fratelli d’Italia

“Un nocciolo duro di azionisti italiani”, lo chiama il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni. “Finalmente ci lasciamo alle spalle le stagioni fallimentari in cui i soldi degli italiani venivano usati per risanare istituti di credito sull’orlo del baratro a causa di gestioni scellerate. Oggi, grazie al governo Meloni, il Monte dei Paschi di Siena ritorna a distribuire dividendi, lo Stato ci guadagna e incassa dalla cessione della partecipazione. L’operazione, condotta dal Tesoro, non solo ha fatto incassare un miliardo e 100 milioni di euro ma garantirà elevati standard di trasparenza ed efficienza, offrendo stabilità e affidabilità all’intero processo. Questo intervento dimostra l’impegno del Governo Meloni nel rafforzare il sistema bancario italiano, migliorando le prospettive di crescita e competitività su scala internazionale”, commenta Letizia Giorgianni, deputato di Fratelli d’Italia e membro della commissione bilancio alla Camera.

E la Borsa festeggia: Monte Paschi Siena traina i rialzi a Piazza Affari, terminando in gran spolvero la seduta odierna. La banca senese ha messo a segno un progresso dell’11,60%: niente male, per una banca di una piccola città rossa…

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