Usa al voto e Putin dice: “Pronto a negoziare con Kiev”. Ma proseguono le manovre con la Corea del Nord
La posizione ufficiale è che “non c’è nulla da commentare”. Così si è espresso il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, a chi gli chiedeva un commento sulle elezioni americane. Ma le parole pronunciate dal presidente Vladimir Putin a urne americane aperte sono apparse inevitabilmente a tutti gli osservatori come un’entrata a gamba tesa, per quanto indiretta, nella disputa di Washington. Putin, durante la cerimonia di presentazione delle credenziali degli ambasciatori di 28 Paesi, inclusa l’italiana Cecilia Piccioni, è tornato a vestire i panni del leader disponibile al dialogo, presentandosi come pronto a «cooperazione reciprocamente vantaggiosa con tutti gli Stati, senza eccezioni», su basi di «uguaglianza, non ingerenza negli affari interni e stretta osservanza del diritto internazionale». Putin, inoltre, è tornato a sostenere di essere disponibile ai negoziati con l’Ucraina, addossando a quest’ultima l’impossibilità di realizzarli. Una postura vista già molte volte, ma sempre poi contraddetta dalle azioni, e ormai chiaramente parte di quella strategia di guerra ibrida, che molto fa leva anche sulla confusione generata da una comunicazione altalenante e sulla vera e propria disinformazione, che anche gli Usa sono tornati a denunciare in queste ore. Mosca, è la denuncia dei funzionari dell’Intelligence Usa, sta orchestrando campagne di disinformazione per seminare il caos.
Putin mostra il volto conciliante, gli Usa denunciano campagne di disinformazione
L’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale, Fbi e Agenzia per la Sicurezza e l’Infrastruttura Cybersicurezza (Cisa) hanno denunciato un’escalation delle campagne di disinformazione orchestrate da attori russi per minare la fiducia nel sistema elettorale americano. Si parla di video fabbricati per creare il panico, articoli falsi e perfino siti d’informazione fake pro-Russia volti a manipolare incitare la violenza tra le due fazioni di elettori in vista del voto. «Questi sforzi rischiano di incitare alla violenza, inclusa quella contro gli ufficiali elettorali», hanno avvertito le autorità federali.
I tentativi di ingerenza dell’Iran
Nella dichiarazione congiunta della scorsa notte, i funzionari americani hanno anche attirato nuova attenzione sulle intromissioni dell’Iran. Tra queste, figura un’operazione di hack-and-leak mirata a danneggiare la candidatura di Trump, per la quale il Dipartimento di Giustizia ha già incriminato tre hacker iraniani a settembre. Secondo Microsoft, gruppi iraniani hanno inoltre creato falsi siti di notizie e si sono finti attivisti online. Il colosso tecnologico ha segnalato che, dopo aver inviato mail volte a intimidire gli elettori statunitensi nel 2020, questi attori stanno monitorando siti web elettorali e grandi testate, sollevando timori che possano pianificare un’altra operazione simile in vista della sfida alle urne.
Il Cremlino: “Insinuazioni prive di fondamento”
A questo scenario si aggiungono le rivelazioni del Wall Street Journal secondo cui Mosca sarebbe coinvolta nell’invio dei pacchi incendiari in Germania e Regno Unito – avvenuti lo scorso luglio – con l’obiettivo di provocare incidenti sui voli cargo o passeggeri diretti negli Usa e in Canada. Come di consueto il Cremlino ha respinto le accuse, bollandole come «inattendibili». «Sia la pubblicazione menzionata sia altre testate abbastanza rispettate molto spesso fanno insinuazioni informative incomprensibili», ha dichiarato Peskov, marcando la linea difensiva russa sulle cosiddette «operazioni segrete».
Le manovre con la Corea del Nord che svelano le vere intenzioni di Mosca
Intanto, sul fronte ucraino, le tensioni si moltiplicano. La recente dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri di G7, Australia, Corea del Sud, Nuova Zelanda e dell’Alto Rappresentante dell’Ue ha sollevato «gravi preoccupazioni» per il dispiegamento di migliaia di truppe nordcoreane, potenzialmente destinate al conflitto russo-ucraino. Gli alleati di Kiev denunciano questa mossa come un’ulteriore violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. «Condanniamo con la massima fermezza possibile la crescente cooperazione militare tra Corea del Nord e Russia», si legge nella dichiarazione, che solleva inoltre il timore di un possibile trasferimento di tecnologie balistiche tra Mosca e Pyongyang. «Riaffermiamo il nostro incrollabile impegno a sostenere l’Ucraina nella difesa della sua libertà, sovranità, indipendenza e integrità territoriale. Stiamo lavorando con i nostri partner internazionali per una risposta coordinata a questo nuovo sviluppo», conclude la dichiarazione.