Utero in affitto, Mattarella firma la legge sul reato universale. E la sinistra invoca l’aiuto delle toghe
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge sulla maternità surrogata, che rende l’utero in affitto “reato universale”. La promulgazione, di cui hanno dato notizia oggi le agenzie di stampa, è avvenuta il 4 novembre, prima della partenza di Mattarella per la Cina. Si tratta di una tempistica importante, perché sgombra il campo dalle interpretazioni maliziose e strumentali dei soliti retroscenisti su una presunta reticenza del Quirinale sul testo e sul fatto che le parole di ieri di Mattarella sulla sottoscrizione di leggi anche non pienamente condivise si riferissero pure a questo provvedimento.
Mattarella promulga la legge sull’utero in affitto come reato universale
La pubblicazione del ddl Varchi, approvato in via definitiva dal Senato il 16 ottobre, in Gazzetta ufficiale è attesa per lunedì. Il testo integra quanto già previsto dalla legge 40 in materia di commercializzazione di gameti ed embrioni e realizzazione, organizzazione o pubblicità “in qualsiasi forma” della surrogazione di maternità. La novità sta nel fatto che la violazione di questi divieti, già sanzionati con la reclusione da 3 mesi a due anni e con una multa da 600mila euro a un milione, ora diventa perseguibile anche in Italia. L’unico articolo di cui si compone il ddl Varchi prevede infatti che “se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla surrogazione di maternità, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana”. Per questo si parla di reato universale.
Gasparri: “Logico e prevedibile. Si rassegnino i gazzettari che parlavano di dubbi”
La promulgazione della legge era “logica e prevedibile”, ha sottolineato il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri. “Si rassegnino i gazzettieri che oggi avevano scritto che il Presidente aveva dei dubbi e che non avrebbe firmato la legge. Capisco – ha sottolineato Gasparri – che ci sono giornali che trovano la vendita di bambini una pratica normale e la condizione di disperazione delle donne, costrette dalla povertà a questa scelta, qualcosa con cui si possa convivere. Ma si tratta di una pratica turpe e vergognosa. E la legge che abbiamo approvato e che il Presidente della Repubblica ha firmato assume una valenza non solo giuridica, ma anche morale. Gli sconfitti di ogni giorno – ha concluso il senatore azzurro – prendano atto di questa prima sconfitta della giornata odierna”.
E Magi già fa il tifo per l’intervento della magistratura
Eppure c’è chi insiste. Riccardo Magi, nonostante la promulgazione da parte di Mattarella, continua a parlare di “legge incostituzionale”, pronosticando nuove entrate a gamba tesa della magistratura. “Sarà abbattuta dai tribunali, non perché i giudici sono brutti e cattivi, ma perché il nostro esecutivo è incapace, oltre che ideologico e miseramente crudele”, ha detto, parlando di “un obbrobrio giuridico palesemente incostituzionale, peraltro, visto che questa norma si scontra con l’articolo 49 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.