A sinistra affilano i coltelli contro Ruffini. E Senaldi attacca: si dimetta dall’Agenzia delle Entrate

12 Dic 2024 12:23 - di Alberto Consoli
Ruffini Senaldi

Panico nel centrosinistra non appena ha inziato ad aleggiare il nome di Mr Fisco, alias Ernesto Maria Ruffini, per federare i moderati del fronte progressista. Se ne parla molto in questi giorni e il suo probabile, vago, ruolo politico sta già mettendo in allarme il fronte di riferimento. Non sono le qualità del personaggio attualmente capo dell’Agenzia delle Entrate confermato da vari governi fino a quello guidato da Meloni il nocciolo della questione. Il tema è che a sinistra si sono tutti messi in agitazione. Il sindaco di Milano Beppe Sala, sempre affiancato ad ogni ipotesi federatrice, non fa i salti di gioia, anzi: “Non lo conosce nessuno” dice tra i denti intervistato da Repubblica. 

Sala, Renzi, Del Rio non fanno festa all’ipotesi di Ruffini federatore

Sull’ipotesi di Enrico Maria Ruffini possibile federatore del campo dei moderati del Pd, Sala osserva: “Non continuiamo a buttare nel tritacarne mediatico le persone. Ruffini è bravo? Ruffini è bravissimo. Ruffini è conosciuto? Lo conoscono in pochissimi. È una persona di grandissimo valore, ma pensare che possa avere la forza per fare il leader di quest’area significa volergli male”. Chiarissimo. Alza il ditino anche Matteo Renzi, eterna promessa del Tezo Polo per dire: Ruffini? L’ho creato io…. Dice l’ex rottamatore a SkyTg24: “Ruffini se vuol fare politica deve dimettersi dall’Agenzia delle Entrate perché ha ragione chi ha destra ha detto§: ‘non può fare il servitore di due padroni'”. “Io non voglio fare il leader, voglio dare una mano a costruire il Centro”, mette le mani avanti. Dopodiché si affretta a ricordare al mondo che esiste un prima e un dopo-Renzi: “C’è Ruffini che ha iniziato alla Leopolda, Sala che abbiamo candidato a sindaco, c’è Franco Gabrielli e tantissimi altri nomi. Cosa hanno in comune? Che l’esperienza politica della Leopolda ha segnato un’intera generazione di riformisti, è stato un vivaio. E quindi dico Sala c’è? Bene. Ruffini c’è? Bene. Azione c’è? Bene. Ma non giochiamo a farci del male”.

Senaldi: Ruffini chiarisca se avrà un ruolo politico. Il ruolo glielo impone

Non molto entusiasta è Graziano Del Rio del fronte moderato del Pd. nessunoa a sinsitra sta facendo la “ola” per Ruffini nel centrosinistra. Ma c’è un’altra questione- sostanziale che preme sottolinare: la chiarezza che il suo ruolo impone.  La fa notare Pietro Senaldi in un editoriale su Libero, ed è il suo ruolo di capo dell’Agenzia delle Entrate. E la questione va chiarita presto. ” Il tema è l’imparzialità della Pubblica Amministrazione, che il contribuente italiano, che paga fior di tasse, deve percepire, vedere e toccare con mano. Per rispetto dei cittadini, e dello Stato, urge chiarezza- scrive Senaldi- . Ma Ruffini si guarda bene dal fornirla. Il direttore assiste da troppo tempo alle indiscrezioni su una sua discesa in campo senza una conferma- che ne comporterebbe necessariamente le immediate dimissioni – né una netta smentita. Questo vagare non fa bene. “Pare quasi che il suddetto prenda tempo, annusi l’aria, soppesi le proprie potenzialità, sondi l’opinione pubblica; aspetti il momento; o forse che qualcuno glielo chieda”. Ma non è il momento di tergiversare.

Senaldi: Ruffini deve chiarezza al governo e ai cittadini

“Ora però è venuto il momento di dire basta. Il gioco è bello se dura poco”, incalza il vicedirettore di Libero. “Si metta nei panni del contribuente che serve, delle istituzioni che rappresenta e del governo che l’ha confermato dove sta. A questi tre soggetti deve una risposta rapida, inequivocabile e definitiva”. Ne va della chierezza istituzionale e del rispetto dei cittadini. “Come fa un cittadino che riceve una cartella esattoriale a fidarsi dell’uomo al vertice della piramide che gliela manda? Penserà che è un comunista, quantomeno un avversario della maggioranza, o comunque l’autore di un gesto politico. È palese che l’ambiguità del direttore dell’Agenzia delle Entrate indebolisce il ruolo di un’istituzione che dev’essere terza e la cui direzione è incompatibile anche solo con l’idea di un futuro politico”. Serve un chiarimento anche verso chi – il governo- lo ha confermato al vertice dell’Agenzia delle Entrate per la sua competenza. Senza applicare la logica dello spoil system.

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