Aereo precipitato in Kazakistan. Indizi sulle cause dal racconto dei sopravvissuti: “Ci sono stati tre boati”

27 Dic 2024 19:05 - di Alice Carrazza
kazakistan TESTIMONIANZE

Un boato, poi il caos. È questa l’immagine che emerge dalle testimonianze dei sopravvissuti del volo Azerbaijan Airlines J2-8243, precipitato mercoledì vicino ad Aktau, in Kazakistan. Lo schianto, che ha causato almeno 38 vittime e lasciato 29 persone ferite, continua a sollevare interrogativi inquietanti.

Testimonianze di terrore dal Kazakistan

«Dopo il boato… ho pensato che l’aereo si sarebbe distrutto,» ha dichiarato Subhonkul Rakhimov, uno dei sopravvissuti, a Reuters dall’ospedale. Il passeggero ha raccontato di aver sentito il rumore improvviso mentre il velivolo sorvolava la zona del sud della Russia, un’area spesso coinvolta nella guerra tra Mosca e Kiev. Rakhimov ha descritto il velivolo come «ubriaco», incapace di mantenere stabilità.

Vafa Shabanova, un’altra passeggera, ha confermato di aver udito un secondo boato, dopo il primo, e di aver ricevuto l’ordine di spostarsi verso la parte posteriore del velivolo. «Ero molto spaventata», ha aggiunto. Entrambi i passeggeri hanno segnalato problemi con i livelli di ossigeno nella cabina.

L’assistente di volo Zulfugar Asadov ha fornito un quadro drammatico: «Il pilota aveva appena sollevato l’aereo quando ho sentito un boato dall’ala sinistra. Ci sono stati tre boati». Asadov ha raccontato di aver perso la pressione in cabina e di essere stato colpito al braccio sinistro durante l’incidente.

Deviazione fatale dal racconto dei sopravvissuti

Il volo, un Embraer-190, era decollato da Baku, capitale azera, diretto a Grozny, in Cecenia. Tuttavia, una fitta nebbia e un allarme per droni nella zona hanno costretto l’equipaggio a deviare verso Aktau, sul lato opposto del Mar Caspio. Secondo Asadov, il comandante aveva persino preso in considerazione un ammaraggio, ma ha optato per un atterraggio d’emergenza a terra.

Filmati registrati dai passeggeri prima dell’incidente mostrano maschere d’ossigeno calate e volti terrorizzati. Le immagini successive raccontano un altro orrore: passeggeri insanguinati e feriti che cercano disperatamente di allontanarsi dal relitto in fiamme. Dopo il tumulto, un silenzio assordante e poi solo gemiti, ha ricordato Rakhimov.

 

Un conflitto che non risparmia l’aviazione civile

Le indagini preliminari sembrano puntare verso un errore umano o un tragico fraintendimento tecnico. Fonti azere suggeriscono che l’aereo possa essere stato abbattuto per errore dalla difesa aerea russa. «È molto probabile che lo schianto sia stato causato dai sistemi di difesa aerea russi. Se queste premesse sono corrette, è la Russia che deve renderne conto», ha sentenziato Hikmat Babaoghlu, un deputato azero.

Mosca, dal canto suo, non si espone. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato che «fino alle conclusioni non ci riteniamo autorizzati a fornire valutazioni e non lo faremo». Anche Dmitry Yadrov, capo dell’agenzia russa Rosaviatsia per l’aviazione civile, ha ammesso che «quel giorno e in quelle ore i droni militari ucraini stavano conducendo attacchi terroristici contro infrastrutture civili». Yadrov ha aggiunto che il comandante del volo J2-8243 aveva tentato due volte di atterrare a Grozny prima di dirigersi verso Aktau.

L’ombra del conflitto tra droni e contraerea

Negli ultimi mesi, la regione meridionale della Russia è diventata un teatro di guerra invisibile ma letale, con attacchi di droni ucraini e una risposta massiccia da parte della difesa aerea russa. Gli incidenti che coinvolgono aerei civili in zone di conflitto poi non sono purtroppo una novità: dal volo PS752 della Ukraine International Airlines abbattuto nel 2020 dalle guardie rivoluzionarie iraniane, dove sono morte 176 persone, al tragico destino del volo MH17  Malaysian Airlines nel 2014, distrutto sull’Ucraina orientale da un sistema missilistico russo Buk con la perdita di 298 tra passeggeri ed equipaggio, il bilancio è ogni volta pesante.

«Ci troviamo in una zona di conflitto, e questo non cambierà», ha sottolineato Andrew Nicholson, Ceo di Osprey Flight Solutions. «Quando si sovrappongono aerei civili e droni militari, il rischio aumenta enormemente, soprattutto quando sono in corso attacchi e attività di difesa aerea, come in questo caso».

Conseguenze non solo in Kazakistan

In seguito al disastro, Azerbaijan Airlines ha sospeso i voli verso sette città russe, inclusa Grozny. Qazaq Air e la compagnia israeliana El Al hanno adottato misure simili, cancellando collegamenti con scali russi. Il Kazakistan, intanto, ha avviato un’inchiesta congiunta con l’Azerbaigian e la Russia per fare luce sulla tragedia.

Intanto, Andriy Yermak, capo dello staff presidenziale di Kiev, non ha esitato a puntare il dito contro Mosca: «La Russia deve essere ritenuta responsabile dell’abbattimento dell’aereo della Azerbaijan Airlines».

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