Amorese: “Realizziamo un grande archivio della destra italiana, un mondo da raccontare”
Giornalista, saggista (con particolare attenzione al movimentismo giovanile e sociale di destra) animatore della casa editrice Eclettica Edizioni, dal 2022 deputato nazionale e responsabile nazionale del Laboratorio attività editoriali di FdI, Alessandro Amorese riassume, per impegno e competenze, un ruolo importante nella salvaguardia degli archivi della destra italiana, genericamente riconducibile al Movimento Sociale Italiano. Continua con lui il focus sui “Tesori della memoria”, titolo del recente convegno palermitano a cui hanno partecipato i rappresentanti delle principali Fondazioni culturali “d’area”, a conferma del grande interesse intorno al tema della salvaguardia/valorizzazione della storia del Msi e non solo, al punto che giustamente si parla di memoria delle destre.
“Penso – ci dice Amorese – che le priorità siano due: salvare fondi archivistici sia di privati che di sezioni soprattutto nei vari passaggi tra i partiti, i cambi di sedi, ecc. In alcuni casi è stato necessario farlo materialmente e sono riuscito a mettere in sicurezza patrimoni interi, su anni e anni di attività politica. Non voglio pensare a cosa è andato già perso ma a cosa possiamo ancora salvare e tutelare. Un altro dato positivo è che non sono solo, ci sono Fondazioni, Istituti, associazioni, collezionisti ed altre figure che stanno facendo del loro meglio. Il convegno di Palermo di qualche giorno fa ne è la testimonianza, con realtà importanti che hanno la volontà di mettersi in Rete”.
C’è un rinnovato interesse sulla storia missina a 360°?
“Certamente e negli ultimi tempi ancora di più. Pensiamo anche ai tanti libri che sono usciti negli ultimi anni, alcuni dei quali pubblicati dalla mia casa editrice, che spesso funge da catalizzatrice e motore di una storia ancora tutta (o quasi) da scrivere. Biografie, atti, vicende nazionali o di territori, riviste, ecc. Un mondo che va raccontato e che merita ancora più attenzione. Uno dei vari errori fatti negli anni ’90 è stato proprio quello di non aver badato a custodire e poi conservare seriamente la propria storia, quando invece andava realizzato il grande archivio della destra italiana del secondo dopoguerra. A questo stiamo lavorando, con l’obiettivo di arrivare ad una sorta di cloud nazionale al quale potranno anche attingere ricercatori, appassionati, docenti e perché no figli o nipoti di chi ha avuto il merito ed il coraggio di tenere aperta una sezione o candidarsi in un consiglio comunale in momenti complicati”.
Un patrimonio fatto di mille rivoli…
“Infatti, parliamo di centinaia di figure da approfondire, di correnti, di giornali e riviste, di storie che si intrecciano. Dal centro alla ‘periferia’: ogni territorio, ogni federazione ha qualcosa da raccontare ed anzi, nei meandri degli archivi provinciali si scovano circostanze, episodi o personaggi eccezionali. Ho trovato addirittura le banconote originali di alcune sezioni in caso di ritorno alla clandestinità: se il partito fosse stato sciolto negli anni ’50 ci sarebbe stata una moneta di riserva, parallela, che serviva per mantenere una rete e farsi riconoscere, anche con i commercianti ‘amici’. E poi tanto altro: pensiamo che non esiste praticamente nulla sul Msi nelle Giunte degli anni ’50 e ’60, soprattutto nel meridione. Una ricerca da fare assolutamente”.
C’è poi il tema delle organizzazioni giovanili della destra, di cui praticamente sei il biografo, visti i tuoi saggi dedicati alla Giovane Italia, al Fuan e al Fronte della Gioventù.
“Anche su questa macroarea storica c’è ancora molto da fare ma non partiamo certo da zero, c’è stata più attenzione, ma solo su alcune vicende. Quantomeno prima dei miei libri (e di quelli di altri ricercatori come Baldoni, Carioti, Rao, Gennaccari ed altri) le storie di interi decenni erano pressoché inesplorate. Ora siamo a buon punto per arrivare ad una storia completa, dal Raggruppamento Giovanile al Fuan sul quale sto finendo di scrivere il mio secondo tomo, così come farò sul Fronte della Gioventù tornando indietro ai ’70 ma esplorando tutta Italia. Ed ancora la comunicazione, la grafica, le radio, la musica, l’ecologia, i grandi pensatori, ecc. Sta per uscire un volume collettaneo sulla splendida figura di Franco Petronio e il prossimo anno uscirà finalmente la biografia di Pino Romualdi. Per fortuna una parte del materiale per definire una operazione che è prima di tutto culturale lo troviamo negli Archivi di Stato, nelle biblioteche…a volte nei mercatini, nelle cantine. Inoltre c’è un obiettivo complementare a medio termine…”
Di che cosa si tratta ?
“Ovviamente sto lavorando all’ottantesimo anniversario della nascita del Msi, che cadrà nel 2026… c’è tempo ma è il caso di fare le cose seriamente. Chiaramente ci sono realtà importanti che se ne occuperanno, ma farlo su più fronti è necessario, mettendo anche a disposizione, per esempio alla Fondazione An, idee, progetti ed energie. Mettere in rete docenti universitari, ricercatori ed altri figure per fare un lavoro scientifico è fondamentale. Serve peraltro anche al macro progetto dell’Archivio nazionale…”