Ancora violenza e paura a bordo, capotreno aggredita da madre e figlia senza biglietto e scaraventata a terra
Ancora violenza sui treni, ancora una brutale aggressione inferta a una giovane capotreno nell’esercizio delle sue funzioni. E ancora una volta l’ultimo episodio che ha costretto alle cure ospedaliere la 32enne malcapitata ancora sotto choc per l’accaduto si registra sulla tratta ferroviaria ligure. Stavolta però a scatenare il panico e colpire sono in due. Due donne peraltro. Procediamo con ordine allora.
Savona, capotreno aggredita da madre e figlia sprovviste di biglietti
Sono all’incirca le 10 di questa mattina quando sull’Intercity 633 in viaggio tra Milano a Ventimiglia, all’altezza della alla stazione di Finale Ligure (Savona) la capotreno impegnata a verificare i titoli di viaggio ai passeggeri, si rivolge alle due donne chiedendo loro di mostrare i biglietti per poterli vidimare. Le due viaggiatrici, madre e figlia, ne sono sprovviste. Solo che invece di giustificare la mancanza, senza pensarci un attimo hanno spintonato la capotreno, facendola cadere rovinosamente in terra.
L’aggressione scattata immediatamente alla richiesta dei titoli di viaggio
Sono attimi concitati. Il caos coinvolge tutti i presenti a bordo. E mentre la vittima, colta alla sprovvista e colpita da una reazione violenta così improvvisa, viene immediatamente portata in stato di shock al Pronto soccorso del Santa Corona di Pietra Ligure, il convoglio viene soppresso. Con tanto di passeggeri costretti a proseguire il viaggio sui treni regionali. Sul posto, poi, arrivano anche gli agenti della polizia ferroviaria per le indagini del caso. Un caso che, va ricordato, è solo l’ultimo di una serie di sconcertanti precedenti che aggiornano il deprecabile elenco delle aggressioni inflitte ai danni del personale viaggiante delle ferrovie. Aggressioni registrate ultimamente in particolare in Liguria.
La capotreno aggredita soccorsa in stato di shock
Per citare gli ultimi attacchi violenti sferrati a controllori e capotreni basterà allora risalire esattamente a un mese fa: al 4 novembre scorso, quando un capotreno 40enne è stato accoltellato durante un controllo dei biglietti, al culmine di un diverbio avvenuto nei pressi della stazione di Rivarolo (Genova) su un treno regionale diretto da Genova a Busalla. Per quella vicenda è finito in manette un egiziano di 21 anni. E con lui è stata denunciata una minorenne di origini straniere che, come riporta il Tgcom24 sull’episodio, sarebbe stata chiamata in causa «per aver partecipato al diverbio culminato nell’aggressione».
Gli ultimi violenti precedenti sulla tratta ligure
E non è ancora tutto. Perché solo qualche mese prima, ad agosto, un’altra capotreno era stata aggredita da tre passeggeri senza biglietto a bordo di un convoglio regionale in viaggio da Savona a Torino Porta Nuova. Non a caso, proprio menzionando tanti e tali precedenti, e in particolare l’episodio che richiama quello di alcune settimane fa a Genova, (il capotreno accoltellato dal giovane straniero ndr), con una nota congiunta il presidente di Assoutenti Liguria, Furio Truzzi. E il presidente nazionale dell’associazione, Gabriele Melluso, hanno messo nero su bianco: «Esprimiamo piena solidarietà alla capotreno vigliaccamente aggredita oggi. Chiediamo inoltre che si puniscano i responsabili, oltre che sul piano penale, anche con lavori socialmente utili».
Assoutenti: «Si puniscano i responsabili sul piano penale e con lavori socialmente utili»
Proseguendo poi: «Episodi come quello odierno sono gravi e arrecano danno. Oltre alle vittime delle aggressioni, anche ad una pluralità di passeggeri, costretti a scendere dai treni per i rilievi del caso. E a subire ritardi e disagi. Per questo come Assoutenti ci costituiremo parte civile in un eventuale procedimento penale contro le due donne. Per i danni subiti dagli utenti del trasporto ferroviario locale.
Infine: «Assoutenti inoltre, assieme alle altre associazioni liguri dei consumatori, ha avviato un dialogo con tutte le sigle sindacali dei ferrovieri liguri allo scopo di intraprendere iniziative comuni finalizzate a combattere anche culturalmente questi comportamenti inaccettabili per la civile convivenza», concludono Truzzi e Melluso.