Auto elettriche, la Commissione Ue apre alle proposte italiane. Urso: “C’è aria nuova”

12 Dic 2024 19:01 - di Sveva Ferri
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Qualcosa si muove nella Commissione Ue sulle auto elettriche. In visita in Italia, per la sua prima missione da membro della Commissione Ue, il vicepresidente esecutivo con delega alla Prosperità e alla Strategia industriale, Stéphane Séjourné, ha manifestato la volontà di Bruxelles di adottare un approccio pragmatico alla transizione green e di Ursula von der Leyen di avviare un “dialogo strategico” con i costruttori e con tutta la filiera dell’automotive. Séjourné durante la sua visita a Milano ha incontrato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, insieme al quale ha visitato l’azienda chimica Syensqo a Bollate, esempio di eccellenza industriale italiana ed europea. “È importante che il vicepresidente Séjourné abbia deciso di iniziare proprio dall’Italia il suo mandato, che lo abbia fatto con una visita in un’azienda della chimica e che in questa sede abbia anticipato le linea guida di una politica industriale pragmatica, che recepisce le nostre richieste e le nostre aspettative”, ha commentato Urso.

Le aperture del commissario Séjourné sulle auto elettriche: torna il pragmatismo

Il commissario, che nelle scorse settimane aveva assunto una posizione più rigida rispetto agli obiettivi del green deal, ha parlato oggi della disponibilità a iniziare a lavorare sulla clausola di revisione dello stop alla benzina e al diesel “nel 2025 in modo da essere pronti nel 2026, perché se iniziamo nel 2026, saremo pronti nel 2027”, riassestando anche il focus del dossier transizione sui tempi della produttività e della competitività. “È dovere della Commissione aiutare finanziariamente questi settori che stanno facendo molto e ai quali si chiede molto per la transizione”, ha detto Séjourné, sottolineando che anche “la questione delle multe” previste per i produttori che non raggiungeranno gli obiettivi di vendita sull’elettrico “deve essere risolta in modo pragmatico per non penalizzarli”. Il commissario ha comunque ribadito che “i target fissati non sono in discussione”, ma è evidente che l’approccio non è più quello di prima.

Urso: “C’è aria nuova, siamo sulla strada giusta”

“C’è un’aria nuova nella Commissione europea. Una visione pragmatica che affronta la realtà coniugando sostenibilità ambientale con la sostenibilità economica e sociale”, ha commentato Urso, sottolineando che “siamo finalmente sulla strada giusta, che mi auguro segua sempre di più il principio della neutralità tecnologica, per raggiungere l’ambizioso obiettivo della piena decarbonizzazione con un’industria competitiva, a partire dalla chimica, dalla siderurgia e dall’auto”. “Daremo il massimo supporto per indirizzare le istituzioni comunitarie in questa una nuova fase al fine di realizzare una vera politica industriale europea”, ha proseguito il ministro, esprimendo soddisfazione anche per il fatto che Séjourné “ha confermato la disponibilità di Bruxelles ad andare incontro alla proposta italiana e iniziare a lavorare nel 2025 sulla clausola di revisione del regolamento sui veicoli leggeri. Una decisione che consentirà di accelerare la revisione delle normative per guidare l’automotive verso gli obiettivi di decarbonizzazione previsti entro il 2035”.

Il pressing italiano, e non solo, sulla Commissione Ue

I temi affrontati dal commissario francese, infatti, sono quelli contenuti nel non paper presentato alla Commissione Ue dal governo italiano, insieme alla Repubblica Ceca, intorno al quale si è registrata un’ampia convergenza degli altri Stati membri. Un’iniziativa che poi è stata seguita a livello parlamentare dal Ppe, il gruppo politico più numeroso dell’Ue, che ha a sua volta presentato un documento con richieste analoghe per deideologizzare la transizione green a vantaggio di un approccio pragmatico che sappia conciliare le esigenze ambientali con quelle economiche e industriali e, a caduta, occupazionali e sociali.

Gli altri temi al centro dell’incontro tra Urso e Séjourné

Urso e Séjourné, ha fatto sapere il Mimit, hanno inoltre affrontato “questioni di grande rilievo per il futuro dell’industria europea, evidenziando la necessità di uno shock normativo a livello comunitario per semplificare le regolamentazioni e migliorare l’efficienza del sistema e di risorse comuni significative per sostenere i settori strategici nella sfida della transizione ambientale”. Urso ha sottolineato l’importanza di rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa nel campo dell’approvvigionamento di materie prime critiche e nel settore energetico, e di rivedere le regole per i settori energivori. In questo contesto, il ministro ha ricordato il lavoro congiunto che l’Italia sta portando avanti con Polonia e Francia su un non-paper relativo al Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (Cbam).

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