Biden si rimangia la parola e grazia suo figlio Hunter: rischiava fino a 25 anni. Trump: “Un abuso”
Colpo di coda di Joe Biden che ha annunciato la concessione della grazia per il figlio Hunter, impedendo che possa essere condannato al carcere per reati federali riguardanti tasse e armi da fuoco. Il leader di Washington ha così disatteso la promessa, fatta in passato, di non usare i poteri straordinari concessi al presidente a beneficio della sua famiglia. Biden ha motivato la sua decisione sostenendo che Hunter sia stato perseguito anche per motivi di natura politica. “Credo nel sistema giudiziario, ma mentre ho lottato con questo, credo anche che la politica cruda abbia infettato questo processo e abbia portato a un errore giudiziario”, ha affermato Biden senior. “Le accuse nei suoi casi sono nate solo dopo che diversi miei avversari politici al Congresso le hanno istigate per attaccarmi e opporsi alla mia elezione”, ha giustificato la sua decisione.
Insomma, Biden non ha solo perdonato suo figlio per i crimini commessi ma anche per quelli che «potrebbe aver commesso; o ai quali potrebbe aver partecipato» nel periodo tra il 1 gennaio 2014 – quando Biden era vicepresidente – e il 1 dicembre 2024. I sostenitori di Trump sui social la additano come una ammissione di colpevolezza. Mentre quelli di Biden invece affermano che è un modo per proteggere suo figlio da future persecuzioni per motivi politici. “Spero che gli americani capiscano perché un padre e un presidente siano giunti a questa decisione”, ha spiegato il presidente americano, come riporta La presse.
Trump all’attacco: “Un abuso e un errore di giustizia”
Il presidente eletto Donald Trump non ha tardato a commentare provocatoriamente la decisione di Joe Biden di concedere la grazia al figlio Hunter. E con un post su Truth che fa riferimento alle persone condannate per aver partecipato all’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021 dopo la vittoria di Biden sullo stesso Trump. “La grazia concessa da Joe a Hunter include anche gli ostaggi del 6/1, ormai imprigionati da anni?”, ha chiesto Trump che ha definito la decisione di Biden “un abuso e un errore di giustizia”.
Più volte Biden aveva assicurato che non avrebbe concesso la grazia a suo figlio, che è stato condannato lo scorso giugno per avere acquistato nel 2018 un’arma mentendo sull’uso di stupefacenti e che si è dichiarato colpevole in un altro processo per evasione fiscale. Rischiava fino a 25 anni di carcere nel primo caso e fino a 17 nel secondo: i verdetti erano attesi questo mese. Il giornalista del Watergate Bob Woodward aveva “predetto” non più tardi di un mese fa,in un’intervista al Corriere, che sarebbe finita così: «Biden ha detto a un amico che si sente in colpa; che se non fosse presidente non sarebbe accaduto a Hunter, l’ha detto con dolore. E io penso che alla fine potrebbe concedere la grazia presidenziale a suo figlio, anche se ha detto che non lo farà».
Critiche da repubblicani e democratici: Un presidente è il pater familas della nazione
«Joe Biden ha mentito dall’inizio alla fine». È il commento del rappresentante Repubblicano della Camera James Comer, presidente della commissione di vigilanza. Ma anche tra i democratici giunge qualche critica a Biden. Lo riporta il Corriere on line riportando il commento del governatore del Colorado Jared Polis: un democratico ma anche favorevole alla nomina di Robert Kennedy come ministro della Sanità. Ha scritto su X: «Come padre certamente capisco il desiderio naturale del presidente Biden di aiutare suo figlio concedendogli la grazia. Ma sono deluso dal fatto che abbia messo la sua famiglia davanti al paese. Questo è un brutto precedente che può diventare oggetto di abuso da altri presidenti e tristemente macchiare la sua reputazione. Quando diventi presidente il tuo ruolo è di pater familias della nazione. Hunter ha causato a se stesso quei guai giudiziari e si può simpatizzare con le sue difficoltà ma anche riconoscere che nessuno è al di sopra della legge, nemmeno il figlio di un presidente». La sinistra italiana ancora una volta muta.