Bullismo, Valditara: “Educhiamo alla cultura del no. Il voto in condotta vuole il bene di chi sbaglia”
“Ho voluto la riforma del voto in condotta per una scuola che sappia insegnare che cos’è la vera solidarietà, che sappia sanzionare chi sbaglia, che sappia responsabilizzare chi sbaglia”. L’ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, durante l’intervento a un dibattito sul bullismo all’istituto Volta di Latina. Il titolare del dicastero ha espresso il proprio dolore per i ragazzi che per colpa del bullismo hanno deciso di suicidarsi. “Andrea non c’è più. Leonardo non c’è più. Giorgio non c’è più. E Andrea era quel ragazzo con i pantaloni rosa. C’è una mamma e c’è un padre che non hanno più un figlio. Leonardo, quel ragazzo bullizzato violentemente, prepotentemente, da alcuni suoi compagni di classe”. Valditara ha chiesto poi ai genitori di non dare i cellulari “a bambini di 3, di 4, di 5, di 6 anni, a bambini che – ha sottolineato – hanno bisogno delle vostre narrazioni”.
Il voto in condotta “perché si vuole il bene di chi sbaglia”
Il ministro ha spiegato che la sua scelta sul voto in condotta avviene “non per una volontà tra virgolette cattiva, ma proprio perché si vuole il bene di chi sbaglia. Per farlo crescere, per farlo maturare”. Valditara ha poi raccontato un aneddoto su Leonardo, il giovane che poco tempo si è tolto la vita per colpa degli atti di bullismo subiti dai suoi compagni: “Pensate che era arrivato addirittura negli ultimi giorni a tenere in classe le cuffie per non sentire il dileggio, gli insulti, le prese in giro di due o tre bulli che lo perseguitavano. Lo perseguitavano anche fisicamente”. Poi ha ricordato un altro ragazzo, Giorgio: “Anche qua, una mamma e un padre che non hanno più un figlio”.
L’appello ai genitori: “Non date gli smartphone ai bambini piccoli”
“Quando portate a letto vostro figlio, raccontategli una bella fiaba, leggetegli un bel libro, non mettetegli in mano il cellulare. L’altro giorno il ministro Roccella ha reso pubblici dati impressionanti: a sei anni i bambini vanno su siti pornografici”, ha ricordato Valditara, che nel corso del suo intervento ha parlato di come i genitori debbano anche “educare alla cultura dei no”. “Ne parlavo ieri con Gino Cecchettin e anche lui – ha sottolineato il ministro – concordava: torniamo ad insegnare il senso del limite, torniamo ad insegnare ai nostri figli l’importanza del no, perché se non si sa sopportare il no, allora poi si compiono gesti che possono diventare persino gesti estremi”. Valditara, dunque, ha richiamato con le sue parole quell’alleanza scuola-famiglia che da sempre, per il centrodestra, deve essere alla base del progetto educativo per i ragazzi.
E quello ai ragazzi: “La scuola è comunità, ricordate la bellezza di questa parola”
“Quando vi trovate di fronte un vostro compagno, ricordatevi sempre la bellezza di questa parola, che deriva all’origine latina ‘Cuma’ e il sostantivo ‘panis’, cuma pane: mangiare il pane insieme”, ha detto quindi il ministro rivolgendosi ai ragazzi, sottolineando che questo “deve essere di esempio per voi di quello che la scuola è: una grande comunità, una grande comunità umana. Dove i sentimenti devono essere dei sentimenti di amicizia, di sorriso, del mangiare insieme qualche cosa, cioè del condividere un percorso di vita”, ha concluso.