Caso Boccia, giornaliste italiane contro “Report”: “Gogna mediatica su Federica Corsini”
Dopo la nuova puntata di Report sul caso Boccia andata in onda su -Rai3, “a Federica Corsini vanno il sostegno e vicinanza di Giornaliste italiane. Ci chiediamo e chiediamo alla Rai quale sia l’interesse giornalistico di diffondere una telefonata privata di un marito che confessa un tradimento. Qual è l’interesse pubblico di sapere come una moglie reagisce alla confessione? La trasmissione del servizio pubblico Report tira in ballo una vicenda che nulla rivela se non il dolore di una donna” – si indigno le giornaliste che si stringono attorno alla collega. Una donna “che, nei giorni dello scandalo che ha travolto il marito, l’ex ministro Sangiuliano, ha scelto di stare in disparte e in silenzio. E di affrontare in privato quella che è e resta una storia privata. Qual è la “colpa” della collega del Tg2 Federica Corsini tanto da meritare un tentativo di gogna mediatica? Chiediamo risposte, da donne e da giornaliste”. Così in una nota l’associazione Giornaliste italiane, nata nel marzo scorso per promuovere la professionalità di colleghe ancora troppo penalizzate o oggetto di pregiudizi.
Giornaliste italiane e Unirai contro Report a fianco di Federica Corsini
La sciacallata di Report non è servita a tirre gli ascolti della trasmissione di Ranucci. Non è servita per aggiungere elementi giudiziari attienti alla vicenda Boccia-Sangiuliano. E’ servita solo ad esporre nel tritacarne mediatico una donna che ha fatto della sobrietà uno stile. Questo lo scempio indegno del servizio pubblico. Sul puto interviene infatti anche Unirai, il sindacato liberi giornalisti Rai: “La legge sulla professione e il testo unico dei doveri del giornalista impongono una riflessione su quanto andato in onda nella trasmissione Report. Una riflessione alla quale nessuno può sottrarsi, a partire dagli organismi di categoria perché non possono esistere zone franche dove tutto è lecito: come mettere alla gogna una donna che non ha la possibilità di replicare in un contesto dove il confine tra il gossip sfrenato e l’informazione è difficilmente percepibile. Esprimiamo solidarietà alla collega del Tg2 Federica Corsini alla quale offriamo il nostro supporto legale”. Il tentativo di fare audeince e di scandalizzare attorno al dolore privato di una o più persone pone domande cruciali sul trattamento delle notizie. Chi decide cosa è rilevante per il pubblico e cosa no? E cosa è essenzialmente privato?
Pluralismo e libertà: “Non riusciamo a rintrcciare l’essenzialità dell’informazione”
Si aggiunge lo sdegno della componente sindacale Pluralismo e Libertà, presente in Stampa Romana e Fnsi su quanto visto iin tv. “Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla collega del Tg2 Rai, Federica Corsini, protagonista involontaria dell’ultima puntata di Report. Ci chiediamo cosa aggiungessero davvero alla narrazione giornalistica quegli audio contenenti una conversazione privata tra moglie e marito”. “Carte deontologiche alla mano, non riusciamo a rintracciare quel concetto di essenzialità dell’informazione al quale i giornalisti dovrebbero sempre attenersi: sia con riferimento ai contenuti che allo stile di esposizione dei fatti. Domande che in casi del genere dovrebbero porsi tutti gli organismi di categoria, sindacato compreso. Tutela dei colleghi, almeno per noi, significa anche questo. A Federica Corsini, per anni impegnata su queste tematiche come consigliera nazionale Fnsi, ribadiamo la nostra amicizia e la nostra vicinanza”.
Colpo di scena: sparisce l’audio della telefonata dal sito di Report
Nel tardo pomeriggio di lunedì il sito di ‘Report’ pubblica il servizio sull’affaire Sangiuliano-Boccia ma sparisce la telefonat incriminata e stigmatizzata. Nel sito l’audio originale della conversazione tra l’ex ministro della Cultura e la moglie Federica Corsini viene sostituito con una sintesi dei contenuti rispetto a quello, integrale, mandato in onda nella puntata di domenica. Il motivo, a quanto risulta all’Adnkronos, sarebbe “un’autotutela” da parte della trasmissione dovuta al fatto che dopo la messa in onda sono state presentate diffide sull’audio stesso.