Concerto deserto, il sindaco Roby Gi si scusa con Tony Effe. Ma non dovrebbe scusarsi con i cittadini?
Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, da qualche giorno ricorda molto da vicino quei bambini presi con le mani nella marmellata che nel dubbio si scusano con tutti, anche con la marmellata. Ora che il concertone di fine anno è messo a rischio dalla cancellazione della performance di Tony Effe, il primo cittadino (che chiameremo per chiarezza Roby Gi) arriva al punto da scusarsi col rapper accusato di sessismo, e scarica le colpe dello stop al rapper sulle donne dei centri antiviolenza, quasi come se il loro fosse un capriccio. “Mi hanno scritto: abbiamo difficoltà a fare il nostro lavoro contro il linguaggio violento e sessista se poi con i soldi pubblici il Campidoglio fa cantare esattamente le cose che noi diciamo essere sbagliate. Io lì ho riconosciuto l’errore che abbiamo fatto e ho detto: non voglio mettere in difficoltà le persone che sul campo lavorano contro la violenza sulle donne. Allora ho chiesto scusa al cantante, che ha subito un torto, e gli abbiamo detto: canta dove ti pare ma nel nostro concerto preferiamo avere un altro tipo di contenuti”.
Ha chiesto scusa a Tony Effe? Ma ai cittadini, i cui soldi sono serviti a preparare un concerto che forse non si farà e che forse dovranno accollarsi anche le spese legali ed eventuali risarcimenti dei danni chiesti dal rapper al Comune di Roma, qualche scusa, il sindaco Roby Gi, non le avrebbe potuto fare?