Donzelli: “Faremo tutte le riforme nei tempi giusti. Col nuovo Csm perderanno potere le toghe rosse”

5 Dic 2024 13:09 - di Natalia Delfino
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«Organizzare Atreju è bello, ma massacrante». All’indomani della conferenza stampa di presentazione del programma della festa nazionale che si terrà al Circo Massimo dall’8 al 15 dicembre, Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzazione di FdI, non nasconde la fatica di mettere in piedi quella che è diventata negli anni la più importante kermesse politica nazionale. Il titolo è “La via italiana”, a sottolineare che «grazie al lavoro di Meloni l’Italia è protagonista nel mondo».

Autonomia, premierato, giustizia: “Faremo tutte le riforme nei tempi giusti”

Una evidenza, ha ricordato Donzelli in una intervista a Repubblica, che smentisce tutti i pronostici nefasti della vigilia, quando «la sinistra che prevedeva il crollo dell’Italia con Meloni. Dicevano: arrivano gli irresponsabili, ma era solo nella loro testa». «Faremo tutte le riforme nei tempi giusti. Non siamo intenzionati a vivacchiare», ha aggiunto il deputato replicando alle domande di Tommaso Ciriaco, in un colloquio che assume quasi i connotati di un botta e risposta. La riforma del fisco, che ha archiviato lo «Stato vessatore» aprendo le porte a un «record di recupero dell’evasione», l’avvio delle riforme strutturali stanno lì a testimoniare che la narrazione su un governo e una maggioranza in difficoltà non ha basi. Il premierato «sarà approvato nella legislatura» e anche la riforma dell’Autonomia, nonostante la Consulta, sarà fatta «nei tempi e nei modi giusti, entro la fine della legislatura. Non sarà la sinistra a dettare il timing. Che sarà serio, istituzionale, determinato».

Donzelli: “Il governo è solido” e “il campo largo non è un progetto credibile”

«Il governo è solido. Non vedo scossoni. In due anni ci sono stati due soli voti negativi in commissione», ha sottolineato Donzelli, chiarendo che, certo, «è sempre meglio evitare divisioni. Ma mi sembra un’inezia rispetto al lavoro fatto dall’esecutivo, che ha un consenso più alto del primo giorno». E sul tavolo, contrariamente a quanto raccontano alcuni retroscena, non ci sono né richieste di rimpasto né scontri sulle prossime tornate elettorali, a partire dalle regionali in Veneto, dove si userà il metodo di scegliere «assieme i candidati migliori. Eviterei il Cencelli, anche perché agli alleati non conviene: sottorappresentata è FdI».

“Landini soffia irresponsabilmente sul fuoco”. La riforma del Csm? “Perderanno potere le correnti delle toghe rosse”

Dall’altra parte, invece, c’è il campo largo, che «sembra pronto» dice il cronista a un Donzelli che  ricorda che «non è un progetto credibile, per ora. E non vedo tensioni sociali…». C’è, invece, «chi soffia irresponsabilmente sul fuoco. Penso a Landini. L’adesione allo sciopero nella scuola era al 6%. E questo perché noi riduciamo la disoccupazione, mentre lui incita alla rivolta sociale». E le toghe? «Nessuna battaglia contro i giudici. Anzi, vogliamo portare avanti la riforma della giustizia proprio a difesa della magistratura, rispetto ad alcuni magistrati politicizzati che stanno umiliando la maggioranza delle toghe. Il Csm non sarà più scelto per elezione: così perderanno potere le correnti politicizzate delle toghe rosse. Da qui le reazioni spropositate di singoli magistrati».

Per l’Europa “una maggioranza come quella del centrodestra in Italia”

Capitolo Europa. Anche qui fa capolino una certa narrazione, ovvero che il sì alla Commissione sia stato un allineamento con i socialisti. «Non è così. In Consiglio i leader del Pse sono netta minoranza. E all’Europarlamento si creeranno maggioranze variabili su alcuni dossier, rendendo ininfluenti socialisti e verdi. Una nostra vittoria», ha chiarito il deputato di FdI, sottolineando che, più che una fusione tra conservatori e Ppe, per il futuro immagina «una maggioranza come quella del centrodestra in Italia» e spera che «maturi in Europa una convergenza tra la destra moderna e quella popolare».

“La fiamma nel simbolo è un tema che non esiste”

Infine, una domanda sulla fiamma nel simbolo, tema che appassiona molto le cronache politiche, ma che nella realtà «non esiste. Votandoci, gli italiani hanno dimostrato che sono consapevoli della democraticità del nostro simbolo e del nostro partito». E una sul futuro del Quirinale: «Immagina nel 2029 un capo dello Stato di destra?», è stata la domanda. «Vedremo. Al momento – ha risposto Donzelli – c’è un presidente, saldo al suo posto».

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