È giallo sulla bambina della Sierra Leone arrivata da sola a Lampedusa: salvata da un veliero

11 Dic 2024 15:00 - di Carlo Marini
Lampedusa bambina

Giallo a Lampedusa su una bambina di 11 anni della Sierra Leone, arrivata da sola a Lampedusa a bordo di un barchino. I soccorritori del veliero Trotamar III si sono accorti della piccola naufraga di 11 anni, nel buio della notte, perché hanno sentito le sue grida. La barca si trovava nell’area al largo di Lampedusa per un altro intervento di emergenza. Sono gli stessi attivisti della ong Compass Collective a riferirlo.

Ai medici ha raccontato su quel barchino, partito circa 4 giorni da Sfax in Tunisia e colato a picco poco dopo, c’era anche il fratello più grande. Anche lui risulterebbe tra i dispersi, 44 secondo il racconto della piccola adesso al vaglio degli investigatori. Il papà, invece, si troverebbe ancora in Tunisia, in attesa anche lui di salpare e affrontare la traversata del Mediterraneo. Almeno secondo il racconto della piccola.

Salvata al largo di Lampedusa: hanno sentito le urla della bambina

“Abbiamo sentito le sue urla nella notte”, hanno raccontato. Un soccorso effettuato al largo di Lampedusa mentre era in mare un’altra emergenza. La piccola si teneva a galla con due salvagenti improvvisati formati da camere d’aria e un giubbotto di salvataggio. “Lottava per non annegare in una tempesta di 23 nodi con onde alte 11 piedi”, dicono dall’equipaggio. Sbarcata al molo commerciale all’alba e condotta al Poliambulatorio, è stata visitata dai medici e sottoposta a un primo colloquio psicologico.

“E’ in buone condizioni generali, anche se in uno stato post-traumatico”, dice all’Adnkronos il responsabile del Poliambulatorio, Francesco D’Arca. Per tutta la mattina è rimasta in osservazione nei locali del Pte, pochi minuti fa è stata trasferita all’hotspot di contrada Imbriacola, dove gli operatori della Cri si stanno prendendo cura di lei. “Era serena, ha ringraziato tutti. Sicuramente si è sentita protetta e rassicurata, circondata dall’affetto di medici e infermieri”, aggiunge D’Arca. Nell’area del naufragio, intanto, proseguono le ricerche delle motovedette di Guardia costiera e Capitaneria di porto alla ricerca di eventuali altri dispersi o cadaveri. Ricerche al momento senza esito.

Segnalati altri tre naufragi

“Almeno altri tre naufragi potrebbero essersi verificati nei giorni scorsi lungo la rotta tra le coste tunisine e Lampedusa”. A denunciarlo è Mediterranea Saving Humans, ricordando l’sos lanciato da Alarm Phone lo scorso 2 dicembre quando l’ong ha segnalato prima la sparizione di due barche con 45 e 75 persone a bordo, partite rispettivamente il 27 e il 30 novembre dalla Tunisia. Il 4 dicembre sempre Alarm Phone ha segnalato un’ulteriore imbarcazione con altre 45 persone dispersa dal 30 novembre.

“Alarm Phone ha immediatamente comunicato tutte le informazioni in suo possesso alle autorità competenti nell’area, cioè ai centri di soccorso di Tunisia, Malta e Italia, ma nessun riscontro è stato da loro fornito”, denuncia Mediterranea Saving Humans. “Lungo la rotta dalla Tunisia a Lampedusa ha imperversato nei giorni scorsi una vera e propria tempesta – dice Luca Casarini di Mediterranea – per questa ragione chiediamo che le autorità italiane, insieme a maltesi e tunisini, lancino immediatamente un’operazione di ricerca a vasto raggio per rintracciare possibili superstiti. Vite in pericolo in mare non possono essere in alcun modo abbandonate”.

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