Fini: “Ho fatto errori, non cerco giustificazioni. Meloni ha ricomposto la destra: un capolavoro”
Non era previsto, ma in qualche modo era inevitabile: alla fine anche Gianfranco Fini è intervenuto alla presentazione del libro di Carmelo Briguglio Quella meteora a destra. Fini contro Fini: il caso di Futuro e Libertà ai tempi di Giorgia (Kimerik). È stata la giornalista, già vicedirettore del Secolo d’Italia, e storica della destra, Annalisa Terranova, che moderava l’incontro, a introdurre il fuori programma, al termine di un confronto in cui, gioco forza, il fondatore di An prima e di Fli poi era stato oggetto e soggetto della gran parte delle riflessioni intorno a un libro che ha voluto ricostruire un pezzo di storia politica che, per quanto breve, non può essere rimosso dalla memoria della destra. “La cancel culture in politica non può esistere”, ha avvertito il direttore del Secolo d’Italia, Antonio Rapisarda, che ha portato il saluto della testata che fu, anche, palestra di un giovane Fini giornalista. “Non c’è bisogno di ridare dignità a Gianfranco Fini, perché non l’ha mai persa, almeno nella mia considerazione e lui lo sa”, ha chiarito il presidente del Senato Ignazio La Russa, intervenuto al termine dell’incontro al quale hanno partecipato anche Italo Bocchino, Peter Gomez e Francesco Verderami.
“Non torno perché non esistono uomini per tutte le stagioni”
Fini è stato onesto nell’ammettere gli errori, a partire dalla sottovalutazione dell’operazione che Giorgia Meloni stava facendo con FdI per ricomporre la destra; orgoglioso nel rivendicare di non avere alcuna intenzione di giustificarsi rispetto alle scelte compiute; pungente quando ha sottolineato che forse la sua presenza in sala poteva aver creato qualche imbarazzo nel corso del dibattito. Ma molto chiaro nel sottolineare che “non ho mai avuto rancore, Ignazio lo sa, e non ce l’ho oggi”. “Sono state fatte scelte in scienza e coscienza. Come io ho fatto le mie, ognuno ha fatto le proprie”. “Non torno – ha poi precisato – perché non esistono uomini per tutte le stagioni. Non esistono le possibilità di fermare il tempo e di agire come se nulla fosse accaduto”.
“Non fu Napolitano a decidere i tempi della sfiducia a Berlusconi, non sono mai stato teleguidato”
“Errori ne ho fatti tanti, ma non ero così sprovveduto, avrei potuto chiedere a Berlusconi di entrare nel governo, dicendo quello che avevo fatto da ministro degli Esteri, ma su alcune posizioni c’erano differenze, governare non vuole dire comandare”, ha detto Fini, facendo riferimento al momento in cui fu indicato come presidente della Camera, un ruolo assolto rispondendo a “uno di quei principi che non sempre erano condivisi da Silvio Berlusconi e cioè che le istituzioni non possono essere asservite o piegate ad interessi di parte”. “Non mi sono comportato da capo fazione”, ha aggiunto, smentendo poi che nel 2011 il tempo trascorso tra la mozione di sfiducia al governo Berlusconi all’effettiva votazione sia “stato deciso da Giorgio Napolitano”. “Chiunque sostenga il contrario dice una cosa che non è vera”, infatti “mi si può considerare molto poco, ma non credo sia possibile sostenere che sono stato teleguidato, neanche Berlusconi mi teleguidava”, ha aggiunto.
Fini: “Su Giorgia Meloni ho sbagliato: non credevo potesse ricomporre la destra, invece ha fatto un capolavoro”
Fra gli errori compiuti, Fini ha voluto in particolare sottolineare quello nella valutazione del progetto lanciato e poi realizzato da Giorgia Meloni. “Io non credevo che potesse ricomporre una comunità politica che era stata anche umana, ho sbagliato, ha costruito un piccolo autentico capolavoro, se oggi la destra è destra di governo, lo si deve a quella intuizione politica di ridare dignità politica alla destra”, ha detto l’ex leader di An, sottolineando che “la storia della destra italiana è complessa, 80 anni con momenti in cui non sempre era agevole comprenderne l’autentica identità. La cosa che più piace di FdI è che non si sente vincolato a quel che accadeva nel passato, non mi adombro – ha sottolineato – se si dice ‘Fini non viene citato’, è quanto avvenuto quando Almirante ha lasciato a me il testimone”.
La Russa: “Fini un caposaldo nel percorso della destra moderna europea e compiutamente democratica”
“Non mi ha sorpreso, semmai potrebbe sorprendere il contrario cioè la considerazione che FdI ha del contributo che Fini ha dato all’edificazione di una destra moderna. Questo non fa velo su quello che consideriamo un errore grave cioè di avere poi fatto un percorso diverso nella parte finale della sua carriera”, ha commentato La Russa, ammettendo anche lui un errore: “Fu sbagliata, Gianfranco, la scelta che facemmo di fare il presidente della Camera, ne sono convinto. Un dialogo all’interno del governo (Berlusconi, ndr) con te, e non Ignazio La Russa, capo delegazione, sarebbe stata tutta un’altra storia”. Anche questo, in fondo, un modo per riconoscere la statura politica di Fini, rispetto al quale La Russa ha voluto soprattutto sottolineare che “nessuno, e io in particolare, ha mai dimenticato il grande merito che, insieme a Pinuccio Tatarella e a chi lo seguì, Fini ebbe come capo dell’Msi, poi diventato An, nel passaggio da una destra che si poteva anche definire nostalgica ma che non era solo quello, a una destra moderna europea e compiutamente democratica”. Quel percorso “non si può immaginare senza considerare Fini un caposaldo”.