Gianluigi Buffon a Radio Deejay cita lo storico slogan missino: “Non restaurare, non rinnegare!”
Stava raccontando del famoso episodio che lo vide protagonista la notte della finale di Champions League del 2018, quando la Juventus aveva perso la finale al Novantesimo minuto col Real Madrid per un rigore discusso. “L’arbitro aveva un bidone della spazzatura al posto del cuore...”. A Radio Deejay, intervistato questa mattina da Linus e Nicola Savino, Gianluigi Buffon, presentando il suo libro biografico “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”, il più forte portiere italiano, e forse del mondo, si è lasciato andare, chissà quanto consapevolmente, a un commento politico: “Non rinnegare, non restaurare”. Lo slogan, che per la prima volta fu utilizzato da Augusto De Marsinich (ma forse suggerito da Alberto Moravia) nel primo congresso del Msi del 1948, poi spesso ripetuto anche da Giorgio Almirante, Buffon lo ha riferito a un eventuale “pentimento” per quella frase. “No, no, io ho detto quello che pensavo, del resto, come si dice, non restaurare, non rinnegare…”.
Buffon, lo slogan missino e le presunte simpatie per la destra
Buffon, già in passato, era finito nel mirino della sinistra per qualche frase di ispirazione “destrorsa”, come il “boia chi molla”, di matrice mussoliniana. Ricordiamo la canottiera del portiere della nazionale con quella scritta sul boia, o nel 2006, durante le feste al Circo Massimo per la vittoria del mondiale, la posa davanti allo striscione “Fieri di essere italiani”, o i suoi tifosi, gli Arditi della Juventus, che durante una partita ritmavano “Camerata Buffon”.
Buffon, che non ha mai preso posizioni politiche, tantomeno a destra, non manca di utilizzare frasi che finiscono per irritare la sinistra. Sarà così anche stavolta?