Giustizia choc. Dipendente “in malattia” cantava al piano bar: la Cassazione annulla il licenziamento
Licenziato dall’azienda per essere stato scoperto a cantare in un piano bar, dopo essersi messo “in malattia”, con tanto di certificato medico, per disturbi di ansia, viene reintegrato dalla Cassazione con tanto di risarcimento dei danni a suo favore. Arriva l’ennesima sentenza choc dei giudici italiani, stavolta nel campo del lavoro, dove la tutela sindacale, talvolta, arriva fino a giustificare comportamenti che con una logica del buon senso risulterebbero inverosimili. Accade così – come riporta oggi “Il Messaggero” – che nel Lazio un dipendente della Compagnia Trasporti Laziali (Cotral) che, pur avendo presentato un certificato di malattia perché affetto da una sindrome di ansia, era andato la sera a cantare in un piano bar, ha avuto ragione dalla magistratura.
Dipendente in malattia, cantante di sera: la Cassazione gli dà ragione
La Cassazione il 29 novembre scorso, ha confermato la sentenza con cui due anni prima la Corte d’appello di Roma aveva decretato che questa attività canora “poteva giovare alla guarigione” del lavoratore e, di conseguenza, che l’azienda lo aveva licenziato in modo illegittimo.
Il 26 febbraio 2020, Cotral aveva comminato la sanzione della destituzione di un suo dipendente perché nella giornata del 6 aprile 2019 aveva comunicato di trovarsi in stato di malattia ma, nel frattempo, “aveva svolto attività del tutto incompatibili con tale stato, non aveva rispettato le fasce di reperibilità per le visite fiscali e si era, altresì, dedicato ad altra attività lavorativa (come cantante/musicista di piano bar)”. Il dipendente aveva quindi impugnato il recesso davanti al Tribunale di Roma che gli aveva dato ragione, dichiarando illegittimo il provvedimento di licenziamento e condannando la società a reintegrarlo nel posto di lavoro e a pagargli un’indennità risarcitoria pari a 2.127 euro”.