Il suolo tra consumo, sviluppo e sostenibilità: una risorsa preziosa da proteggere
Il suolo è una risorsa vitale per la nostra economia, società e ambiente. È la base su cui si fondano la sicurezza alimentare, la resilienza ai cambiamenti climatici e la protezione contro eventi estremi come siccità e inondazioni. Tuttavia, il consumo di suolo in Italia continua a crescere a ritmi preoccupanti, mettendo a rischio questo equilibrio delicato.
Come evidenziato da ultimo all’interno del Rapporto 2024 sul consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici di Ispra, nell’ultimo anno sono stati consumati 72,5 km quadrati di suolo, equivalenti a 20 ettari al giorno. Sebbene questa cifra sia leggermente inferiore rispetto agli anni precedenti, resta superiore alla media dell’ultimo decennio (68,7 km² annuali). Questo consumo incessante equivale a una perdita di 2,3 metri quadrati ogni secondo.
Il terreno consumato copre attualmente il 7,16% del territorio nazionale, una percentuale in crescita continua. Lombardia, Veneto e Campania guidano la classifica con i valori percentuali più alti, seguite da regioni come Emilia-Romagna, Puglia e Lazio, che si collocano sopra la media nazionale. La crescita delle aree artificiali non è direttamente proporzionale all’incremento demografico. Anzi, in molte zone si assiste a un paradosso: la superficie urbanizzata aumenta nonostante una popolazione stabile o in calo.
Un aspetto controverso del consumo di suolo riguarda l’espansione degli impianti fotovoltaici a terra, che rappresentano un compromesso tra sostenibilità energetica e tutela del territorio. Nel 2023, questi impianti hanno occupato ulteriori 421 ettari, un netto aumento rispetto ai 265 del 2022 e ai 76 del 2021. La Puglia detiene il primato nazionale con 6.130 ettari dedicati al fotovoltaico, seguita da Emilia-Romagna e Lazio. Quest’ultima regione, in particolare, ha registrato una crescita significativa nell’ultimo anno (+154 ettari), seguita da Sicilia, Piemonte, Veneto e Sardegna. Sebbene molti impianti siano classificati come consumo di suolo reversibile, i loro effetti variano a seconda delle modalità di installazione e dell’intensità di occupazione del terreno.
Il suolo non è solo un supporto fisico per infrastrutture e coltivazioni, ma una risorsa essenziale per immagazzinare carbonio, filtrare l’acqua e fornire alimenti sicuri e nutrienti. Tuttavia, la sua conversione ad aree artificiali è spesso irreversibile o solo parzialmente compensata da interventi di ripristino. Nell’ultimo anno, solo 8 km quadrati sono stati recuperati, principalmente grazie al recupero di cantieri o altre superfici classificate come reversibili.
In un contesto di emergenza climatica, proteggere il suolo deve diventare una priorità. La pianificazione urbanistica e lo sviluppo delle energie rinnovabili devono considerare soluzioni più sostenibili, come il fotovoltaico integrato su edifici o infrastrutture esistenti, per evitare di compromettere ulteriormente una risorsa così preziosa. Il futuro del nostro territorio dipenderà dalla capacità di bilanciare le esigenze di sviluppo con la necessità di preservarlo, un patrimonio che non possiamo permetterci di perdere.