La brutta caduta di stile di Elly Schlein: “Ad Atreju c’è il nulla”. Berlinguer non l’avrebbe mai detto

14 Dic 2024 12:32 - di Lucio Meo

Parole rozze, non degne di una leader del più importante partito di opposizione, erede della tradizione comunista di Enrico Berlinguer, un leader rispettoso dell’avversario e delle “feste di piazza” fatte dal nemico politico. Ma i tempi sono cambiati, come i leader, come lo stile.

“Da voi ad Atreju dilaga il nulla”, ha detto oggi Elly Schlein aprendo i lavori dell’assemblea nazionale del Pd. Il nulla. Una brutta caduta di stile contro una parte degli italiani e degli elettori che condivide le idee della destra, di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni. La prima, vera, gaffe della segretaria del Pd, forse “rancorosa” per il grande spazio avuto sui media, in questi giorni, dalla festa di Atreju, alla quale lei si è sottratta.

Io le invettive non le lancio contro nessuno, non mi piace scagliare anatemi, gli anatemi sono espressioni di fanatismo e v’è troppo fanatismo nel mondo“, disse Berlinguer a Oriana Fallaci, nel 1980. Era lo stesso Berlinguer stampato sulle tessere del Pd che servivano oggi per partecipare all’assemblea nazionale e ascoltare le parole sprezzanti e “fanatiche” della segretaria contro un il partito di maggioranza relativa.

Schlein e le brutte parole su Atreju

“Qui non siamo nel regno di Fantasia e più che il coraggio di Atreju, si vede il dilagare il vostro nulla”, ha detto all’assemblea nazionale del Pd Elly Schlein, rivolgendosi alla premier Giorgia Meloni. “Ad Atreju va in scena il favoloso mondo di ‘Ameloni’, con trovate propagandistiche che raccontano che il Paese va a gonfie vele. Esiste il suo mondo fatato, esiste il mondo immaginario di Meloni e poi esiste la vita vera, fatta di difficoltà degli italiani”, ha aggiunto la leader del Pd. Che poi si è finalmente rivolta al suo mondo. “Abbiamo scelto di intitolare ‘Unità’ questa nostra assemblea. Unità è una parola bellissima e impegnativa ma soprattutto un programma, un metodo un approccio alle cose. Unità è l’urlo che si levava dalle piazze. Unità è stata la chiave del nostro lavoro in questo anno, fuori e dentro di noi. Sta a noi trasformarlo in una bussola e non in una parola vuota”, è stata la sua arringa dal palco. Poi, parlando del futuro, è andata con la mente a… Prodi e Veltroni. “Il Pd ha lo sguardo rivolto al futuro ma è prosecutore dell’intuizione feconda dell’Ulivo di Prodi, del sogno di una grande forza del XXI secolo del primo dei miei predecessori, Walter Veltroni”.

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