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M5S, pure l’ex Iena Giarrusso sbugiarda Conte: lui contrario a Draghi? Clamorosa balla. E non solo quella

Politica - di Chiara Volpi - 6 Dicembre 2024 - AGGIORNATO 6 Dicembre 2024 alle 19:29

Sulle macerie del M5S sono pronti a danzare tanti ex fedelissimi pentastellati della prima ora che oggi, da fuoriusciti, puntano l’indice contro il leader Conte, additato come responsabile del fallimento su tutta la linea. Una linea che, gli rimproverano i grillini schierato col fondatore garante, ha portato il Movimento ad assumere i connotati sempre più marcati di un partito individuale che ha rinnegato istanze e snaturato l’anima di una comunità che avrebbe dovuto essere super-partitica e che però, ad oggi, si è ridotta come ha avuto modo di dire ancora qualche giorno fa Toninelli, a costola sfigata del Pd.

M5S, dopo Toninelli l’ex Iena Giarrusso all’attacco di Conte

E non c’è solo Toninelli a lanciare i suoi segnali di fumo nell’etere da ultimo dei Mohicani di Grillo: sono giorni ormai che anche l’ex iena Giarrusso fa sentire la sua voce dissidente, lanciando strali a destra e a manca, con un obiettivo soprattutto nel mirino: quel Giuseppe Conte che ha avocato a sé gestione, immagine e operato della frastagliata galassia pentastellata ridotta a un Vietnam. Un terreno minato, quello a 5S, che proprio mentre guarda a sinistra a campo largo e ami-nemici della sinistra, si sta giocando la carta della costituente su cui incombe il jolly del ritorno alle urne movimentiste, calato da Grillo con tanto di spettro dell’astensionismo che aleggia sul bis del voto.

M5S, Giarrusso: «Conte contrario all’ingresso nel governo Draghi? Clamorosa balla»

Così, tra recriminazioni e j’accuse a Conte e contiani, spunta dalle retrovie dell’Aventino grillino anche Dino Giarrusso, ex esponente del Movimento 5 Stelle, che sul quotidiano L’identità in edicola oggi assesta l’ennesima bordata che Conte è chiamato a incassare. «Una delle balle più evidenti, una riscrittura della realtà da regime secentesco che però ha grande presa negli ambienti pentastellati, è che il M5S è entrato nel governo Draghi per colpa di Grillo, mentre Conte difendeva i valori movimentisti contro Draghi. La realtà – incalza e sbugiarda l’ex Iena ricorrendo a uno strategico “presente storico” nella ricostruzione della sua narrazione ex post – è però molto lontana da questa imbarazzante ricostruzione. Conte spinge per entrare nel governo Draghi. Esattamente come fa Grillo», tuona Giarrusso.

M5S, l’ex Iena Giarrusso contro tutti: Conte e contiani

Il quale poi, all’ombra del grido biblico “muoia Sansone con tutti i filistei”, e con tanto di intenzioni  bellicose e ricostruzioni apocalittiche, non manca di tuonare e aggiungere: «Ma ancora più importante è che i leader (anche Di Maio si era speso per andare con Draghi) non decisero nulla, perché quella scelta venne proprio dalla base. Saranno infatti gli iscritti a scegliere, con un voto su Rousseau, di stare al governo con Draghi», mette nero su bianco Dino Giarrusso dalle colonne del quotidiano citato.

«Draghi? Stigma da appiccicare a Grillo e mantra perfetto per la comunicazione partigiana in favore di Conte»

Invece, “appoggiare Orlando in Liguria – prosegue Giarrusso – è una scelta che Conte ha imposto a quella che chiama ‘la nostra comunità’, decidendo da solo e senza consultare la base. Ai tempi di Draghi la comunità invece si era espressa direttamente, aveva deciso liberamente, e chi non aveva rispettato quel voto (Villarosa, Morra, etc.) era stato espulso a norma di Statuto vigente. È dunque di solare evidenza che non fu Grillo a scegliere Draghi, eppure questo stigma da appiccicargli è diventato un mantra perfetto per la comunicazione partigiana in favore di Conte».

M5S, Giarrusso: «Conte ne ha violato norme e spirito originario»

Ma non è tutto. Perché Giarrusso è un fiume in piena, e attacca anche sul fianco scoperto della decisione di superare la regola dei due mandati presa da Giuseppe Conte «spalleggiato in ciò da tutti i suoi sodali, speranzosi di restare in aeternum in Parlamento, alla faccia di ogni presunta diversità. Un perfetto paradigma – continua nella sua intemerata Giarrusso – del perché Grillo dica “il Movimento Cinquestelle è morto”. Ma ancora più interessante, emblematico e di fatto decisivo nella riuscita del progetto di Conte, è il silenzio tombale rispetto a questa e a tutte le violazioni perpetrate contro le norme e lo spirito originario dei Cinquestelle negli ultimi tre anni», scrive l’ex Iena e ex esponente del Movimento 5 Stelle, su L’Identità.

«Altro che Conte paladino dei diritti della base amante della democrazia…»

Chiosando in calce: «Il tradimento di un precetto cardine del M5S – prosegue Giarrusso – passa inosservato. Grazie ad un sapiente lavoro di riscrittura della storia (benché recentissima) si è fatta strada la narrazione fuorviante secondo la quale Conte sarebbe un paladino dei diritti della base amante della democrazia, e Grillo un padre padrone con pretese feudali. Le cose stanno davvero così? In questo speciale ci proponiamo di raccontare, attenendoci rigorosamente ai fatti, non distorcendoli né confondendoli con le opinioni nostre o altrui, cosa sia veramente successo dal 2020 ad oggi al M5S (prima forza politica italiana alle elezioni del 2013 e del 2018). Chi ha preso determinate decisioni. Cosa ha fatto Conte. E cosa ha fatto Grillo».

Lite Conte-Grillo? Giarrusso: «Arma di distrazione di massa per non raccontare la metamorfosi imposta dal leader 5S»

E, infine, perché a detta di Giarrusso «parlare come si è fatto finora della lite tra Conte e Grillo è solo un’arma di distrazione di massa utile a non raccontare la metamorfosi silenziosa (e silenziata) imposta dall’avvocato pugliese ad una forza di popolo oggi sempre più simile agli altri partiti esistenti. Forse anche per questo in drammatico e costante calo di consensi»… E il de profundis intonato è completo in tutte le sue note di dissenso e il salmo in suffragio del “defunto” Movimento stigmatizzato a caratteri di fuoco anche da un altro, illustre ex…

 

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di Chiara Volpi - 6 Dicembre 2024