Macron in un cul de sac. I socialisti pronti a collaborare: “Ma vogliamo un premier di sinistra”

6 Dic 2024 18:26 - di Stefania Campitelli

All’indomani del discorso televisivo alla nazione, visto da 18 milioni di francesi, Emmanuel Macron è alle prese con le consultazioni in vita della nomina del nuovo premier dopo la caduta del governo Barnier, in carica per soli tre mesi. Lo stallo è palpabile ma il presidente sempre più solo e sconfitto non ha molto tempo, è costretto a trovare in fretta la quadra per superare lo strappo istituzionale. Una soluzione, probabilmente un governo ‘tecnico’, che lui chiama di interesse nazionale per galleggiare e arrivare – come ha annunciato ieri – alla fine del mandato nel 2027.

Macron consulta i socialisti, pronti a collaborare ma…

Si aprono le danze delle consultazioni a cominciare dai socialisti. “Scartati” per ora dagli inviti dell’Eliseo i nemici numero uno, accusati di aver dato vita a un fronte anti-repubblicano per far affondare il governo, il  Rassemblement National di Marine le Pen e La France Insoumise. Fuori dai giochi per ora anche gli Ecologisti. I primi a cui Macron “si rivolge” sono i socialisti che, non è una grande notizia, si dicono pronti a collaborare, ma non gratuitamente. Il Partito socialista francese (Ps) è pronto a fare la sua parte, ha dichiarato il leader del partito Olivier Faure, ma a condizione che le priorità politiche della sinistra siano rispettate. Di fatto ha invocato “un primo ministro di sinistra”, ma soprattutto ha deplorato la scelta di Macron di non invitare gli alleati del Nuovo Fronte Popolare, comunisti ed ecologisti. Quel fronte che monsieur le president ha messo insieme con un’ammucchiata per sbarrare il passo alla destra di Marine Le Pen, operazione che è stata il suo suicidio politico.

Faure all’Eliseo: vogliamo un premier della gauche

Dopo il faccia a faccia di mezzogiorno con Macron la linea socialista è più chiara. “Non parteciperemo in alcun caso a un governo con un premier di destra”, ha detto chiaro e tondo ha detto Faure, che non vuole neppure un fronte repubblicano con “gli estremisti del Rassemblement national e della France Insoumise. Macron è in un cul de sac. Nell’incontro il numero uno dei socialisti si è mostrato aperto verso un “congelamento” della riforma delle pensioni, bocciata dall’Assemblea, e non più un’abrogazione. Disponibilità alla discussione anche su altri punti, ma richiesta ferma: un primo ministro che venga dalla gauche, un socialista. A fine pomeriggio Macron si è impegnato “a convocare gli altri partiti del Nuovo fronte popolare per discutere con loro”, a cominciare dai Républicains.

Marine Le Pen: sono pronta a sfiduciare un altro governo

Intanto Marine Le Pen non molla e nega di aver cambiato idea dopo la sfiducia a Michel Barnier. “Nessuno pensi che avrò d’ora in poi le mani legate”, ha detto in un’intervista a Le Figaro. “Il discorso di ieri sera di Macron è stato pericoloso. Non può insultare i deputati. Quando dice che la maggioranza dell’Assemblée Nationale, quindi la maggioranza del popolo, è irresponsabile, fa un’offesa. È un atto senza precedenti, del quale avrebbe potuto fare a meno”. Nessuna sorpresa dalla postura dialogante dei socialisti. “Che il Partito socialista si venda per un piatto di lenticchie non è, in sé, molto sorprendente. Che i Républicains possano ritrovarsi in un governo con il Partito socialista, invece, fa sorridere”. Intanto il ministro dell’Interno dimissionario, il gollista Bruno Retailleau, nome che circolava come possibile futuro premier, si è detto indisponibile a compromessi “con la sinistra che ha tradito Blum e Clemenceau”.

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