Macron nomina premier il “contadino” Bayrou, che già vacilla. Marine Le Pen è pronta a segarlo…
Fumata bianca, si fa per dire, perché sulla Francia di Emmanuel Macron le nubi sono sempre più grigie e neanche la nomina del centrista François Bayrou, da oggi nuovo primo ministro francese, potrebbe risolvere l’empasse politico istituzionale scaturito dalla vittoria della sinistra e della destra alle ultime elezioni. Il leader di MoDem, il partito Movimento democratico di area centrista, succede a Michel Barnier, costretto alle dimissioni dopo essere stato colpito da un voto di sfiducia lo scorso 4 dicembre. A darne l’annuncio è stato l’Eliseo in una nota, con Macron che si gioca forse la sua ultima carta per non perdere la sua stessa poltrona. “E’ un lungo cammino. Ora i problemi cominciano, ma la riconciliazione è necessaria”, sono state le prime parole di Bayrou, grande esperto di agricoltura. Ma Marine Le Pen è già sul piede di guerra.
Macron sceglie Bayrou per cercare di assemblare una maggioranza
Al comando, dunque, un macroniano, uno di quelli che ha perso le elezioni. La presidente del gruppo Rn all’Assemblea nazionale, Marine Le Pen, ha chiesto al nuovo primo ministro, Francois Bayrou, “di fare ciò che il suo predecessore non voleva fare: ascoltare e ascoltare le opposizioni per costruire un bilancio ragionevole e una riflessione”. “Qualsiasi altra politica che non sia altro che un’estensione del macronismo, respinto due volte alle urne, non può che portare all’impasse e al fallimento“, ha scritto inoltre su X con toni non proprio concilianti. Non va meglio sull’altro fronte. I socialisti francesi restano all’opposizione, fuori dal nuovo governo francese, annuncia il leader del Ps, Olivier Faure, in una nota inviata al primo ministro incaricato, nella quale sottolinea che, “scegliendo ancora una volta un premier del suo stesso campo, il presidente della Repubblica si assume la responsabilità di aggravare la crisi politica e democratica nella quale ha gettato il Paese dopo lo scioglimento dell’Assemblea nazionale. Nominando Bayrou, accusa, Macron “sceglie la continuità e ancora una volta disprezza il desiderio di cambiamento” espresso al voto del 7 luglio scorso. “Come gli abbiamo segnalato e coerentemente, i socialisti non parteciperanno al governo e rimarranno quindi all’opposizione in Parlamento”, conclude Faure.
Chi è il nuovo primo ministro francese
Eletto senza interruzioni dal 1982 ad oggi, Francois Bayrou, settantatré anni, presidente del Movimento Democratico MoDem da quando lo fondò nel 2007, è stato per tre volte candidato all’Eliseo (2002, 2007 e 2012). Secondo un sondaggio Elabe per Les Echos, da quando è entrato nella rosa dei papabili per l’incarico a Matignon, il suo indice di gradimento è schizzato di ben 8 punti, al 29%, in un mese. Ma riuscirà a governare con un’Assemblée Nationale perfettamente spaccata in tre blocchi e senza maggioranza? Almeno sulla carta il suo curriculum è da cintura nera della politica. Instancabile artigiano di un centro indipendente, ex ministro dell’Istruzione ed effimero guardasigilli nel primo governo dell’era Macron, il centrista presente sabato scorso alla riapertura di Notre-Dame de Paris optò nel 2017 per un’alleanza con l’allora quarantenne fondatore di En Marche!, a cui ha fornito un sostegno cruciale nella conquista del potere. Nato il 25 maggio 1951 a Bordères, nei Pirenei-Atlantici, proviene da una famiglia di agricoltori e lui stesso viene considerato grande esperto del settore e vicino alla sensibilità “contadina”. A 23 anni ottiene l’abilitazione da professore in Lettere classiche. Nel 1986, dopo la militanza giovanile con i cristiano-democratici e una prima esperienza da consigliere comunale a Pau (1983) entra in Parlamento a Parigi. Poi le corse all’Eliseo e oggi la nomina a primo ministro.