Mazzi sgonfia Meyer: “Alla Scala belle stagioni d’Opera anche perché ci costa 45 milioni l’anno”
Mastica amaro il sovrintendente uscente della Scala di Milano Dominique Meyer, intervistato da Repubblica, dopo la prima del 7 dicembre, costretto a lasciare l’incarico. “Nel momento in cui annunciavo un utile di quasi 9 milioni di euro, cosa mai successa alla Scala, ho saputo che lì mi sarei fermato. Trovo questa norma, voluta dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, piuttosto bizzarra”, si lagna Meyer, in carica dal 2020.
Alla Scala tre milioni al mese: ma Meyer si lagna
Il sovrintendente uscente si lagna persino dei fondi ricevuti da la Scala, che pure non sono pochi: gli sponsor hanno infatti assicurato per 44 milioni di euro, mentre ministero, regione e comune insieme arrivano a 40 milioni. “L’Opèra di Parigi percepisce dallo Stato 100 milioni di euro, il dato parla da solo”, si lagna Meyer, come a evidenziare il distacco.
A Meyer replica punto su punto il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi. “Non mi piacciono i luoghi comuni – premette l’esponente di FdI – soprattutto se diffusi a mezzo stampa, e per questo rammento al Sovrintendente uscente di Milano, Dominique Meyer, che, ogni anno, il Ministero della Cultura versa alla Scala, più di 36 milioni di euro (47 milioni nel 2023, con la ripatrimonializzazione), pari a oltre 3 milioni al mese, a cui vanno aggiunti altri 9 milioni di euro provenienti dalle autonomie territoriali, Regione Lombardia e Comune di Milano. Di conseguenza, il contributo complessivo dello Stato, e quindi di tutti gli italiani, ammonta ad oltre 45 milioni di euro l’anno. Che non è poco”.
Mazzi: Meyer ha realizzato belle stagioni d’Opera con le nostre risorse
“In riferimento ai ricavi, invece – precisa il sottosegretario alla Cultura – nel 2023 sono stati un po’ meno di 9 milioni di euro ma nel 2022, anno post pandemia, rimasero sotto ai 700mila euro. Riporto questo dato proprio per sottolineare quanto sia stato determinante il lavoro congiunto tra le istituzioni pubbliche e il Ministero della Cultura che si è molto speso. Sul fronte dei contributi privati, infine, nel 2023 hanno raggiunto i 29 milioni di euro, somma molto importante e benedetta, naturalmente inferiore rispetto ai contributi dello Stato. Attendiamo i dati relativi al 2024 a consuntivo. In conclusione, se negli anni del suo mandato il Sovrintendente Meyer, così come tutti i suoi colleghi delle altre Fondazioni, ha potuto realizzare delle belle stagioni d’Opera, lo deve al suo lavoro – conclude Mazzi – ma anche allo Stato italiano che attraverso il Ministero della Cultura gli ha consentito la disponibilità di tali risorse”.