Occupazioni, la Salis in un pistolotto su X rilancia l’illegalità come “slancio generoso”. Avs tace, ci pensa Del Debbio (video)

6 Dic 2024 11:06 - di Bianca Conte
Salis

Cappellino azzurro in testa e piumino in tinta: è la divisa “celestiale” con cui Ilaria Salis, la “Robin Hood” delle occupazioni abusive si presenta in un video postato su X in cui, tra  sguardo compassionevole e diabolica difesa dell’illecito, l’eurodeputata si lancia in un monologo postato sui social, attraverso cui insiste a voler far passare un illecito come necessario atto rivoluzionario, cavalcato da quella che presenta come una comunità (di occupanti abusivi ndr) alle prese con un gesto «generoso e collettivo per migliorare le proprie condizioni di vita».

Salis insiste ancora: le occupazioni? «Uno slancio generoso»

Ma c’è di più. L’esponente di estrema sinistra al parlamento europeo si espone ancora una volta in vista della sentenza del processo “Robin Hood“, prevista in queste ore al tribunale di Milano, per cui gli imputati chiamati a rispondere delle loro azioni sono gli appartenenti del “Comitato Abitanti Giambellino-Lorenteggio”: e sono accusati di associazione a delinquere per aver occupato illegalmente le case del quartiere popolare.

Dalla Salis ancora un video di rivendicazione dell’illegalità

Dunque, in barba ai fondamenti legislativi dello Stato, e per mera difesa ideologica, nel suo pistolotto digitale Ilaria Salis pur dci rivendicare il rito delle occupazioni abusive giustifica reati che hanno portato la Procura meneghina a mandare a processo nove persone nell’ambito del processo ribattezzato “Robin Hood” con l’accusa di associazione a delinquere. E a una settimana dal video rilanciato su Instagram con un post che inneggia alla rivolta per la morte di Ramy e si scaglia contro «gli sguardi dall’alto verso il basso», l’ex detenuta in Ungheria passata dalle polveri delle vicende giudiziarie agli altari della politica europea, torna a a propinare l’ennesima lezioncina sul come e perché non solo sia giusto trasgredire alle leggi, ma anche come farlo porti addirittura dei miglioramenti: nel caso delle occupazioni abusive, sia nella vita delle persone, che agli stessi immobili.

Un pistolotto con precise accuse

«Questa è la situazione, questo è lo stato in cui si trovano molti edifici di edilizia popolare nelle nostre città», esordisce la battagliera Avs – alleanza di sinistra che, per inciso, continua a tacere (e ad acconsentire?) sulle esternazioni della sua esponente –. E correda appelli e sollecitazioni con le immagini del cortile di un condominio del quartiere Giambellino, a Milano, con l’occhio telematico che insiste su uno spaccato fatiscente e in abbandono. Una scenografia funzionale alla Salis ad esprimere non solo tutta la sua «solidarietà alle persone imputate». Ma anche a puntare l’indice sul fatto che, a sua detta, «cortili e spazi comuni abbandonati al degrado, stabili fatiscenti, lamiere e tantissime case lasciate vuote», siano unicamente colpa della “malagestione” degli enti responsabili dell’edilizia pubblica. Come se lo stato dell’arte in cui versano quegli appartamenti non siano minimamente frutto dell’abusivismo dilagante che porta a occupare gli immobili da gente poco raccomandabile.

Nella lezioncina della Salis una narrazione con rocambolesco ribaltamento dei piani

Anzi, in un rocambolesco ribaltamento dei piani, per l’eurodeputata di Avs, chi occupa è descritto alla stregua di eroe urbano, di buon samaritano del millennio che «invece di dormire in macchina», decide «di entrare in uno delle migliaia di appartamenti lasciati vuoti da anni» apportando migliorie non solo alla sua esistenza, ma allo stabile stesso. E qui, in un mirabile – quando plateale artificio retorico, trasforma nella sua descrizione recriminante gli okkupanti in abili e volenterosi operai devoti alla ristrutturazione e alle migliorie. «Ripuliscono, risistemano, fanno i lavori, imbiancano e spesso devono anche sostituire i sanitari». Sanitari che, “ovviamente”, nella iperbolica ricostruzione social dalla Salis sarebbero addirittura «distrutti da Aler stessa (la società regionale che gestisce parte degli alloggi popolari a Milano ndr) che pur di scoraggiare le occupazioni rende gli appartamenti inagibili anche per le assegnazioni».

L’attacco a chi gestisce gli immobili popolari

E non una parola sul suo contenzioso proprio con Aler (che, ricorda Libero in edicola oggi, ammonterebbe «a un conto aperto di 90mila euro proprio con l’azienda per aver occupato una casa sui Navigli in Via Borsi). In compenso, però, cita liste d’attesa e presunti diritti negati, puntando l’indice contro la struttura «che, oltre a non provvedere alla manutenzione degli stabili, non assegna neanche le case a chi ne avrebbe diritto, a chi aspetta da anni in lista d’attesa». Ossia quelli che, a differenza degli abusivi, mentre sono pazientemente in attesa e rispettosi di tempi e leggi, rimangono puntualmente senza casa proprio perché migliaia di immobili sono soggetti ad occupazioni da parte dei generosi rivoluzionari ristrutturatori di cui sopra…

E sulla magistratura e gli imputati a processo oggi per le occupazioni al Giambellino…

Concludendo enfaticamente con un attacco alla magistratura quando, ricordando che oggi (venerdì 6 dicembre ndr) si terrà presso il Tribunale di Milano l’udienza di appello, la deputata Avs  sentenzia: «Se dovesse passare il reato di associazione a delinquere sarebbe un passaggio molto grave, nella direzione della criminalizzazione della povertà e delle lotte». Parole che normalizzano e rilanciano azioni di forza e atti criminali commentandosi da sole. Tutto nel più assordante silenzio di Bonelli e Fratoianni, pigmalioni politici doc fautori del prototipo Salis esportato addirittura in Europa.

Del Debbio replica a Salis: «Il bisogno non può giustificare un reato: e chi ha responsabilità politiche deve evitare di dirlo»

Chi non è disposto a tacere sulla Salis e il suo ultimo video, invece, è Paolo Del Debbio che a 4 di sera si è profuso in un commento-sfogo che ha ricollocato affermazioni agghiaccianti e narrazioni demagogiche nell’ottica giusta. «Io penso che la questione delle periferie sia una questione molto molto seria, che ci portiamo avanti da troppo tempo – ha tuonato il conduttore –. E penso che sia un fatto negativo difendere chi occupa le case illegalmente perché il bisogno può giustificare anche un reato. Ecco questo penso che sia un errore. E penso che chi ha soprattutto la responsabilità politica dovrebbe evitare di esprimersi in questo modo».

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