Romania, elezioni presidenziali annullate: sospetti di ingerenza russa e scandalo TikTok

6 Dic 2024 15:45 - di Ginevra Lai
Romania elezioni

La Romania travolta dallo scandalo. La Corte costituzionale rumena «annulla l’intero processo elettorale per eleggere il presidente romeno», incluso il primo turno del 24 novembre, dove il candidato nazionalista Calin Georgescu aveva ottenuto una sorprendente vittoria. Il secondo turno, previsto per domenica, viene sospeso. La motivazione? «Garantire la validità e la legalità» del voto, ha dichiarato la Corte, chiedendo che tutto venga rifatto da zero.

Romania: accuse di manipolazione e i sospetti su Mosca

Dietro questa decisione, un’ombra lunga e inquietante: l’ingerenza di Mosca. Documenti desecretati dal Consiglio supremo di Difesa rivelano che l’intera campagna elettorale di Georgescu potrebbe essere stata orchestrata da attori russi attraverso TikTok e Telegram. Una rete di oltre 25.000 account, di cui 800 attivi dal 2016, avrebbe improvvisamente iniziato a promuovere Georgescu a novembre, coordinandosi in maniera «altamente organizzata». I video, realizzati con il supporto di influencer reclutati a pagamento, sono stati visualizzati fino a mezzo milione di volte, con il misterioso romeno associato alle criptovalute noto come Bogpr, che avrebbe finanziato la campagna con 381.000 dollari.

Il portavoce della Commissione Europea, Thomas Reigner, ha dichiarato che TikTok dovrà «congelare e conservare» i dati relativi al processo elettorale per consentire un’analisi approfondita sull’integrità del voto.

Calin Georgescu: il favorito alle elezioni

Calin Georgescu, della destra identitaria, ha conquistato il 23% dei voti al primo turno. Durante la campagna è stato criticato per aver elogiato Vladimir Putin come un «leader e patriota» e promesso di interrompere gli aiuti romeni all’Ucraina. Le accuse di manipolazione, tuttavia, non sembrano scuotere il candidato. In un’intervista alla Bbc, Georgescu ha liquidato le indagini come «bugie» alimentate dalla «paura di vedere i romeni riprendersi il loro Paese, la loro vita e la loro dignità».

Il candidato ha dichiarato di non aver speso nulla per la propria campagna, ma i servizi segreti sostengono che il costo reale superi il milione di euro. Tra i finanziatori sospetti, emerge ancora una volta Mosca, con indizi di riciclaggio e corruzione.

Ingerenza russa, a giudizio degli americani

Antony Blinken, segretario di Stato americano, ha parlato apertamente di «uno sforzo di vasta scala e ben finanziato da parte della Russia per influenzare le elezioni romene». L’Unione Europea, intanto, ha convocato una task force sulla crisi informatica per discutere le implicazioni del caso, coinvolgendo Europol e l’Agenzia europea per la cybersicurezza. La Commissione, che ha già vietato TikTok sui dispositivi dei propri dipendenti, sta valutando ulteriori azioni.

TikTok e la Romania, al centro dello scandalo

La piattaforma cinese, già sotto accusa per la gestione dei dati personali, rischia una sospensione europea. I video della campagna a sostegno di Georgescu, inizialmente mascherati come discussioni sul «candidato ideale», sono diventati virali in pochi giorni. Gli inquirenti ritengono che dietro questa strategia ci sia una società di marketing digitale sofisticata, specializzata nel bypassare i controlli sui contenuti.

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