Scuole occupate, un’altra preside si sfila e lancia l’allarme infiltrati: “Devono uscire”

4 Dic 2024 14:36 - di Gabriele Alberti
Liceo Montessori occupazioni

C’è un’altra preside oltre a quella del liceo Virgilio di Roma che si sfila dalle “okkupazioni” selvagge di questi giorni. Si tratta di Anna Maria De Luca, dirigente scolastica dell’istituto Montessori. L’occupazione sembra destinata ad andare avanti e nella serata di lunedì la dirigente e la sua vice sono rimaste fino a tardi di fronte ai cancelli sbarrati. Volevano dialogare con qualcuno degli studenti. Ebbene, dopo ore la scoperta: dal portone è uscita una ragazza che però «non è una nostra studentessa», ha spiegato la preside De Luca al Messaggero. La giovane ha annunciato  «che l’occupazione andrà avanti fino a venerdì». Lo riporta il Messaggero.

Occupazioni, preside del Montessori: blitz di studenti estranei alla scuola

Morale: il Montessori di via Livenza è occupato da una gruppetto, molti dei quali non iscritti all’istituto. Si preannuncia una giornata campale perché la preside è molto decisa: “Oggi devono uscire”. «Non sappiamo ancora quanti ragazzi si trovano a scuola-. Di certo sono riusciti e non so come a disattivare l’allarme perché occupano il piano terra e l’ultimo: l’abbiamo visto dalle luci accese lunedì sera ma per passare da un piano all’altro l’allarme avrebbe dovuto suonare perché prima dell’occupazione, a chiusura dell’edificio, era stato attivato». E’ stata fatta una denuncia -riporta il quotidiano nella cronaca di Roma- . Ma al momento non c’è formale richiesta di sgombero.

Dopo il Virgilio anche la preside del Montessori si sfila dalla logica delle occupazioni

La “trattativa” è stata avviata, ha raccontato la preside che stigmatizza la presenza di occupanti estranei all’istituto: ai ragazzi è stato chiesto  di liberare il plesso domani (oggi ndr) per non incorrere in sanzioni: come “la cancellazione della settimana di autogestione e delle gite esterne programmate per l’anno corrente”. Difficile prevedere come andrà a finire e se gli occupanti saranno indotti a più miti consigli. «Se non usciranno interverremo», conclude la dirigente che con molta decisione specifica anche che “eventuali danni, laddove dovessero poi essere censiti, saranno addebitati per intero alle famiglie di questi ragazzi”.

La preside del Montessori difese Valditara dagli insulti di Raimo

Il caso Montessori arriva come ennesimo episodio nell’autunno delle occupazioni. E dopo la “ribellione” di Isabella Palagi, preside del Virgilio, scesa in piazza contro le occupazioni, il caso del Montessori invita a riflettere. L’occupazione è un “atto escludente che non garantisce il dialogo”, aveva detto. Molti sono gli istituti romani occupati e nel caso del Montessori c’è un ulteriore preoccupazione. Perché gli occupanti e coloro i quali hanno dato seguito alla protesta non appartengono a questa scuola. Occupare è un atto illegale ed è bizzarro che gli studenti che auspicano un dialogo si rifugino dietro cancellate chiuse. Bisogna dare atto a dirigenti scolastiche coraggiose che qualcosa sta cambiando. Ricordiamo che Anna Maria De Luca prese una posizione coraggiosa contro il comportamento di Cristian Raimo per gli insulti a Valditara.

Il precedente del Montessori: lettera della preside ai professori

Non è la prima volta che la preside del Montessori dimostra coraggio e capacità di esporsi in prima persona. Accadde alla fine di ottobre che 29 professori su 120 che ne conta l’istituto romano abbiano scritto una lettera contro Valditara a nome della scuola intera. La dirigente scrisse una missiva di fuoco ai docenti  “rossi” anti-Valditara.  “Reo” di avere presenziato a Palermo fuori dal Tribunale a sostegno di  Matteo Salvini per il processo Open Arms. Il Fatto Quotidiano aveva pubblicato una lettera, poi rilanciata da altri siti: nella quale questi 29 docenti dell’istituto Maria Montessori avevano espresso un’opinione del tutto personale: nella lettera avevano attaccato  Valditara, firmandosi “docenti del liceo Montessori”. Questo alla preside non andò giù. Sembrava che tutta la scuola stesse partendo per una crociata: contro Valditara, Salvini e il governo tutto.

«Il liceo è stato coinvolto in una questione politica esterna alla scuola; che ha provocato una lesione della professionalità docente; e sulla quale non posso esimermi dall’intervenire. La lettera ha provocato dissenso e disapprovazione nella comunità degli insegnanti: formata appunto da 120 professionisti e non solo da 29; che si sono sentiti usati, a loro insaputa, per scopi politici del tutto estranei alla scuola. E mai condivisi collegialmente».

Infranto l’unanimismo di sinistra

«Come dirigente scolastico, da lunedì registro disagio e frustrazione nei docenti. Che si sono ritrovati coinvolti nell’uso del nome del nostro liceo per scopi politici: iniziativa da loro percepita come una prepotenza, una prevaricazione: una grande mancanza di rispetto nei confronti di una comunità: “abuso del nome del liceo Montessori”; “manipolazione di nascosto”, “mancanza di rispetto”: sono le parole che più sto sentendo in questi giorni in seguito alla lettera». Concludeva la missiva con un crescendo: «Il mio messaggio è chiaro: non intendo permettere a nessuno di usare il nome della scuola che dirigo per condurre battaglie politiche contro il ministero». Più chiaro di così. La narrazione che si vuole veicolare è che nel mondo della scuola prevalga l’unanimismo anti governativo. Non è così e qualcosa inizia a muoversi.

 

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