Siria, vertice di governo: assoluta priorità all’incolumità dei civili. La transizione sia pacifica e inclusiva
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del Consiglio dei Ministri, ha presieduto a Palazzo Chigi un vertice per valutare l’evoluzione della situazione in Siria, le sue prime implicazioni e le relative misure da adottare. Alla riunione hanno partecipato il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata per i servizi di sicurezza, e i vertici dei servizi segreti.
Siria, vertice di governo: implicazioni e misure da adottare
In un momento in cui i combattimenti ancora proseguono in alcune regioni della Siria, la riunione ha ribadito l’assoluta priorità attribuita all’incolumità dei civili e alla necessità di assicurare una transizione pacifica e inclusiva. Particolare attenzione è stata riservata alla sicurezza dei cittadini italiani, alla tutela dei cristiani e di tutte le minoranze.
Siria, il governo seguirà da vicino gli sviluppi, in stretto contatto con i principali partner regionali, europei e del G7
Nel corso del vertice il Governo ha stabilito, analogamente a quanto fatto da altri partner europei, di sospendere i procedimenti circa le richieste di asilo dalla Siria. Nel decidere di mantenere la presenza diplomatica a Damasco, l’esecutivo esprime profonda gratitudine a tutto il personale della nostra sede diplomatica. Il Governo continuerà a seguire da vicino gli sviluppi, in stretto contatto con i principali partner regionali, europei e del G7.
Sira, sottosegretario Perego: «Situazione che necessita di monitoraggio e attenzione»
La sicurezza dei cittadini italiani è una priorità assoluta del Governo, siamo pronti ad attuare piani di contingenza per evacuare i nostri cittadini in caso di necessità, così come ribadito più volte dal Ministro Tajani e dal Ministro Crosetto. L’ingresso di ieri dei miliziani di HTS nell’ambasciata italiana a Damasco ha destato preoccupazione, ma fortunatamente non ha avuto conseguenze per il personale presente», ha dichiarato Matteo Perego di Cremnago, Sottosegretario alla Difesa, nel corso di un intervento a Tgcom24.
Cosa significa la fine di Assad e in cosa può evolvere
«Dal punto di vista geopolitico, la situazione in Siria richiede un attento monitoraggio da parte dell’intera Comunità Internazionale. La fine del regime di Assad, dopo 54 anni, ha un significato politico molto forte, segna anche il declino dell’influenza di attori internazionali come la Russia la cui base di Tartus è la porta della sua flotta per il Mediterraneo e da lí anche per l’Africa. Mentre l’Iran attraverso le sue proxy come Hezbollah ha potuto esercitare un controllo sul territorio e sfruttare il “corridoio scita” per il passaggio di miliziani e armi».
Siria, vertice del governo: uno scenario difficile in cui è fondamentale lavorare alla stabilizzazione del Paese
«In questo scenario è fondamentale lavorare a una stabilizzazione del Paese che favorisca una transizione democratica, scongiurando il rischio di una recrudescenza dell’Isis. Oltre alla consapevolezza che nonostante la presa di distanza del leader di HTS da Al Qaeda a cui erano affiliati, l’origine del movimento non può non destare preoccupazione, tanto piú che nell’aera di Idlib in Siria, luogo sotto il controllo della milizia, hanno trovato rifugio i leader di Isis Al Baghdadi e Al Qurashi prima di essere neutralizzati dalle Forze speciali Usa».
E infine. «In questo contesto l’Europa deve essere protagonista e per farlo è necessario rafforzare gli investimenti in Difesa e Sicurezza, principi a fondamento di ogni società democratica. L’Europa deve dotarsi di una difesa politica estera e di difesa comune. E deve poter poter scorporare le spese oltre il patto di stabilità, tema per cui non ci stancheremo di batterci», ha concluso Matteo Perego di Cremnago.