Tony Effe, povero Gualtieri che figuraccia. Anche i dem lo processano e il concerto rischia di saltare
Una figuraccia colossale per Roberto Gualtieri. Più che i ritardi per il Giubileo poté un rapper. Non è ancora chiaro chi ha vinto nel tormentone su Tony Effe (se il cantante sessista che si vendica con un concerto ‘tutto suo’ o le associazioni, il Codacons, le proteste della destra che hanno costretto il sindaco di Roma al dietrofront) ma di sicuro c’è uno sconfitto: il primo cittadino della Città Eterna. Pensava di aver fatto il colpaccio di immagine con la scaletta del concertone di Capodanno al Circo Massimo e tra gli ospiti mister Effe. Un successo di pubblico e titoloni sui giornali, pensava. Invece i titoli li ha avuto per il pasticciaccio che ha combinato con la ‘cacciata’ del rapper all’ultimo momento. Come gli rimproverano anche i suoi colleghi di partito. Non solo le femministe della prima ora che lo hanno cucinato a fuoco lento ma anche esponenti del Nazareno, per motivazioni opposte.
Tony Effe, Gualtieri sotto processo anche dai dem
“Non si danno consigli non richiesti quindi non parlo all’amministrazione comunale di Roma”, premette Monica Cirinnà, ex senatrice dem. Che poi va all’attacco del sindaco: “Sono sempre contraria alla censura. Ecco, vi dico cosa avrei fatto sul caso Tony Effe, se fosse toccato a me decidere. Non approvo alcuni contenuti dei testi dei trapper, spesso violenti e misogini, ma sono sempre contraria alla censura”. Oggi si aggiunge al coro la grillina Alessandra Maiorino. “Il dato incontrovertibile è uno solo: la gestione dilettantesca da parte di Roberto Gualtieri e dell’amministrazione di Roma Capitale di un evento così importante. Qui la questione non è stabilire se sia arte o se sia censura. Semplicemente, se organizzi un evento così importante, il minimo che ci si aspetta è che si valutino bene inviti e scaletta. Se invece non lo fai, è depenni gli ospiti a due settimane dall’evento, vuol dire che non si è in grado. Punto. Complimenti a tutti”.
Il dietrofront del sindaco e il forfait di Mahmood e Sara Mattei
Gestione dilettantesca a dir poco. Dopo aver annunciato ufficialmente la presenza di Tony Effe, con tanto di ringraziamenti al Campidoglio dell’artista che canta di donne come troie e cagne, Gualtieri ha dovuto fare macchina indietro. Niente palco per il rapper contestato, cattivo esempio per le giovani generazioni a cui si rivolge. Con un effetto a cascata. Nel giro di poche ore si sfilano anche Mahmood e Sara Mattei in segno di protesta contro la censura capitolina. E giù attacchi della rete con storie esilaranti che mettono alla berlina Gualtieri.
Ora il concertone rischia di saltare
Risultato? Salta la conferenza stampa di presentazione dello scoppiettante capodanno e ora il concertone al Circo Massimo, senza cantanti, rischia davvero di saltare. A meno che, come in tanti ironizzano, il sindaco non voglia esibirsi tutto solo a strimpellare Bella Ciao con la sua chitarra. A nulla valgono le pezze del sindaco, tutte peggiori del buco. “Roma Capitale non censura nessuno. A Roma in questi tre anni hanno suonato tantissimi artisti, di ogni genere e provenienza. Roma è e resta una città aperta e libera, che ama l’arte e la musica in tutte le sue forme”, si legge in una nota. E allora perché no? Perché “il rapper sarebbe stato divisivo per la città”. Ma prima il sindaco non lo sapeva? Non conosceva le note incriminate delle sue canzoni? Forse no. Ed è quasi peggio. Ironizza pure Simone Cristicchi: “L’hanno invitato perché volevano cavalcare l’onda, il primo posto in classifica, ma probabilmente non avevano mai ascoltato neanche una sua canzone”. Ora è difficile per Palazzo Senatorio trovare due artisti che si espongano sfilandosi dal coro di solidarietà a Tony Effe, diventato una sorte di eroe.