Tredici casi simili a Open Arms quando era ministro Lamorgese. Ma il processo è solo per Salvini
Domani venerdì 20 dicembre sarà il giorno della verità per Matteo Salvini sul caso Open Arms. Nell’aula bunker di Palermo si deciderà se sarà assolto o condannato nel processo che lo vede imputato con le accuse di sequestro di persona e abuso d’ufficio. I pm hanno formulato una richiesta pesante: sei anni di reclusione per il vicepremier che all’epoca dei fatti era ministro dell’Interno. Il caso è assurdo. Ed è utile, appunto, elencare tutti gli altri casi simili che si sono verificati in passato ma sui quali non si sono prodotti denunce, processi, inchieste. Pertanto, in caso di condanna si aprirebbe un fronte molto complicato.
Dopo il caso Open Arms ce ne sono stati almeno altri tredici simili. Si tratta di un elenco che è stato prodotto dall’avvocato Giulia Bongiorno. Salvini lo ha poi pubblicato nel capitolo che è stato aggiunto alla ristampa del suo libro, Controvento, per Piemme editore. I casi per i quali è stato usato un doppiopesismo rimandano al governo giallorosso sempre guidato da Giuseppe Conte e quello “tecnico” del premier Mario Draghi. In entrambi i casi il ministro dell’Interno era Luciana Lamorgese.
I casi più eclatanti simili ad Open Arms: doppio standard
Il 30 ottobre 2019 i migranti a bordo della Ong Open Viking vengono fatti sbarcare solo dieci giorni dopo la prima richiesta di porto sicuro. Nessuno chiese incriminazioni.
L’11 agosto 2021, sempre la Ocean Viking protagonista, che viene bloccata in mare sempre per dieci giorni prima di acconsentire allo sbarco nel porto di Pozzallo. Poi andiamo al 6 maggio 2022, quando la Ong resta in attesa in mare per nove giorni. Anche in questi casi non fu aperta alcuna inchiesta. Andando avanti vediamo che il 17 maggio 2022 i passeggeri della Sea Watch sono stati fatti sbarcare ad Augusta dopo 14 giorni di fermo in mare. E il 22 settembre 2022 la Ong Humanuty 1, venne tenuta in mare ad aspettare un porto dove attraccare per ben sedici giorni.
Trattamento dissimile, niente denunce, niente processi
Si arriva poi al caso della Ocean Viking con il celebre infausto braccio di ferro tra Italia e Francia. Era l’11 novembre 2022 alla nave non venne consentito di attraccare in Italia e solo dopo 16 giorni si decise a sbarcare i migranti in Francia, a Tolone. Venerdì di tutti questi precedenti non si potrà non tenere conto. Addirittura spunta l’ipotesi che la sentenza potrebbe anche slittare a gennaio nel caso in cui i pm chiedessero una controreplica all’arringa della difesa. Nel frattempo Salvini incassa la solidarietà dei alleati italiani ed europei. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo in aula per relazionare sul prossimo Consiglio europeo, ha ribadito «la solidarietà di tutto il governo» a Matteo Salvini.
“Personalmente per domani confido nell’assoluzione di Matteo Salvini. Perché non è degno di un Paese civile vedere che per la stessa fattispecie si possa essere archiviati a Catania e tratti a processo a Palermo. Questo vorrebbe dire che la giustizia è governata dal principio del ‘con chi capito’ e questo è assolutamente scandaloso. Salvini ha agito in maniera giusta, onesta e corretta e resterà al suo posto”. Lo dichiara il deputato della Lega ed ex magistrato Simonetta Matone.
Salvini: “Se mi condannassero sarebbe un problema per l’Italia: scafisti e trafficanti ovunque”
“Se mi dichiareranno innocente sarò felice per i miei figli e perchè ho fatto il mio lavoro. Se mi dichiareranno colpevole sarò felice lo stesso, non mi pento assolutamente di nulla: ho difeso da immigrati clandestini e trafficanti il mio Paese. Sarebbe un problema per l’Italia e gli italiani, con un ministro che bloccava gli sbarchi condannato immaginate voi trafficanti, scafisti e delinquenti dove verrebbero e porterebbero questi disperati”. Lo ha detto Matteo Salvini in una diretta social alla vigilia della sentenza attesa per venerdì.