Turetta condannato all’ergastolo. Il padre di Giulia Cecchettin: “Ho perso tutto, non cambia nulla”

3 Dic 2024 16:49 - di Gabriele Alberti
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La corte d’Assise di Venezia che ha condannato Filippo Turetta all’ergastolo per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin ha escluso le aggravanti della crudeltà e dello stalking, resta dunque in piedi l’accusa per omicidio aggravato dalla premeditazione, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Dopo cinque ore di camera di consiglio la Corte d’Assise di Venezia ha deliberato nei confronti del 23enne reo confesso. L’udienza, la quinta, prevedeva inizialmente le repliche del Pm, delle parti civili all’arringa della difesa e l’eventuale controreplica, che però non ci sono state. Il presidente Stefano Manduzio ha quindi dichiarato chiusa la fase dibattimentale per l’entrata in camera di consiglio. La lettura della sentenza è prevista non prima delle ore 16. Filippo Turetta è presente in aula, così come il padre di Giulia, Gino Cecchettin, autore della barbara uccisione di Giulia Cecchettin  con 75 coltellate la sera dell’11 novembre 2023.

Il padre di Giulia Cecchettin: “Come papà non cambia niente, ho perso tutto”

I  due giudici togati e i sei popolari, presieduti da Stefano Manduzio, hanno accolto la richiesta del pm che aveva definito il delitto “l’ultimo atto di controllo” da parte di Turetta nei confronti della ragazza che l’aveva lasciato. L’omicida  è apparso impassibile dopo che la corte d’Assise di Venezia ha pronunciato la sua condanna. Come nelle precedenti udienze, l’imputato teneva la testa bassa prima di lasciare l’aula scortato dalla polizia penitenziaria. «Abbiamo perso come società, io come essere umano mi sento sconfitto, come papà non cambia niente perché ho perso tutto». Queste le prime parole di Gino Cecchettin, padre di Giulia, dopo la condanna all’ergastolo di Filippo Turetta.

La nonna di Giulia: “ci poteremo il dolore fino alla tomba

Non ci si può certo dire soddisfatti di una sentenza, noi abbiamo il nostro dolore e ce lo portiamo, fino alla tomba». Lo ha detto la nonna di Giulia
Cecchettin, Carla Gatto, all’esterno del tribunale di Venezia. «Non si prova più niente», ha aggiunto.

Turetta, escluse le aggravanti di crudeltà e stalking

A sorpresa i giudici hanno escluso le aggravanti della crudeltà e dello stalking, resta in piedi solo l’aggravante della premeditazione oltre che il sequestro di persona e l’occultamento di cadavere. Il primo grado si chiude, dunque, con il massimo della pena per lo studente che, di fronte a un nuovo rifiuto, ha deciso di impugnare un coltello e infierire sulla ex fidanzata. Tutta Italai attendeva questa sentenza. Era la sera dell’11 novembre 2023 quando Giulia Cecchettin venne uccisa. Ma ben prima il timido e asfissiante ragazzo incalzalzava la compagna di studi, giocando sui sensi di colpa,  inviandole decine e decine di messaggi al giorno, minacciando il suicidio come forma di “ricatto”. Giulia oscillava tra la ‘paura di lui’ e la ‘paura per lui’. E quando ha provato  a tagliare il filo che la legava a Filippo, lui ha iniziato a mettere in atto il suo piano. Quegli appunti, l’elenco delle cose di cui ha bisogno, – coltelli, nastro per legarla e impedirle di urlare, cartine stradali per la fuga, contanti per evitare di essere rintracciato, sacchi neri: prende forma la volontà di uccidere Giulia.

Il processo a Filippo Turetta si è svolto nell’autunno 2024. Solo quattro udienze per lui, poiché il suo collegio difensivo – formato da Caruso e Monica Cornaviera – ha chiesto è ottenuto una versione abbreviata dell’iter processuale. Non ci sono state infatti testimonianze dal vivo – solo memorie dell’accusa raccolte nel corso delle indagini – ma lo stesso Turetta ha parlato in aula per raccontare i fatti dal suo punto di vista, appoggiandosi anche a una memoria difensiva.

 

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