Vino, un’industria da 330mila posti di lavoro. Lollobrigida: regge nonostante le campagne avverse

2 Dic 2024 14:08 - di Alice Carrazza
lollobrigida vino

Quando si parla di vino, si sa, l’Italia fa da maestro. Non stupisce, dunque, che il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ne faccia una questione di principio. Durante la presentazione del XXII Rapporto Ismea-Qualivita a Roma, che ha messo in luce una flessione del settore vitivinicolo di qualità (-0,7% in quantità e -2,3% in valore, per un totale di 11 miliardi di euro), il ministro ha sottolineato: “Che il vino regga nel mercato è già un miracolo con l’aggressione portata avanti in questi ultimi anni a uno dei nostri prodotti di eccellenza”.

L’export raggiunge 6,89 miliardi di euro (-0,6% su base annua e +66% sul 2013), una sostanziale tenuta dopo il balzo del +10% registrato nel 2022. Numeri di una filiera composta da 107.175 operatori, 333mila occupati, 135 Consorzi di tutela autorizzati dal Masaf e 12 Organismi di controllo. 

Il vino italiano: un piacere da assaporare, ma sempre con misura

Lollobrigida, senza troppi giri di parole, ha sottolineato come il semplice fatto che il settore regga sia «già un miracolo rispetto all’aggressione costante che c’è in termini pregiudiziali». Un riferimento non troppo velato agli attacchi ideologici che mettono in discussione il ruolo del vino nel panorama culturale e gastronomico. «Non c’è nulla di male nel dire che c’è un abuso di alcol», ha spiegato il ministro, convinto che sia necessario «diminuire il consumo alcol», ma senza privarsi dei piaceri italiani. Bere ,dunque, con misura, degustare senza abusare.

L’ombra del dealcolato, ma i produttori italiani sono pronti a tutto

Non è mancata una frecciata al tema che divide i più: il vino dealcolato. «Ci hanno lavorato molto bene anche i nostri imprenditori valorizzando alcune scelte di mercato» ha riconosciuto Lollobrigida, ed «è quello che stiamo provando a fare anche oggi, con qualche rischio a mio avviso sulle vicende legate al dealcolato». Un equilibrio delicato, insomma, tra innovazione e tradizione, con il ministro che si schiera apertamente dalla parte di chi difende l’identità del vino italiano.

Lollobrigida: “Disintossicare il palazzo”. Da Bruxelles “critica eccessive”

Ma il vero duello si gioca a Bruxelles, dove, secondo Lollobrigida, è necessario «disintossicare il palazzo» da critiche «eccezionali ed eccessive». Ottimista e con lo sguardo al presente, il ministro ha osservato che qualcosa si sta muovendo in Europa: «si sta cambiando approccio». «A cominciare dalla presidente von Der Leyen che negli ultimi 5 anni ha maturato una consapevolezza», ha aggiunto Lollobrigida, evidenziando come ora si dica basta all’approccio ideologico e si dia invece il benvenuto al pragmatismo.

Il futuro del vino italiano: tra qualità, ambiente e territorio

L’elogio alla qualità non è stato un esercizio retorico, ma un richiamo concreto alla salvaguardia del patrimonio enogastronomico italiano. «Credo che le cose vadano viste con un sano ottimismo rispetto a quello che è un quadro molto rilevante per noi» ha detto Lollobrigida, «quello di aver ottenuto la garanzia di un’Europa che sta attenzionando in modo diverso la qualità dei prodotti legati al territorio e la funzione delle filiere collegate e che significano anche qualità e protezione dell’ambiente».

In un panorama che evidenzia luci e ombre, il ministro ha ribadito l’importanza di strategie mirate per invertire il trend negativo: «Le analisi servono per arrivare allo step successivo, una strategia sulla quale provare ad aumentare le cifre che tendono al negativo e a mantenere le quote di mercato che i nostri prodotti si conquistano».

L’Italia sceglie senza remore di continuare a puntare sulla qualità per ribadire la propria leadership culturale e gastronomica. E magari, tra un brindisi e l’altro, insegnare anche all’Europa a bere «poco e bene». Ovviamente italiano.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *