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A volte ritornano, Arturo Parisi punge Elly: “Non promuove il confronto nel Pd”
A volte ritornano: Arturo Parisi, ex braccio destro di Romano Prodi ha espresso le sue critiche e perplessità nei confronti della segretaria democratica Elly Schlein dopo le due riunioni a Milano di Comunità democratica e a Orvieto di Libertà Eguale. Parisi, già sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dal 1996 al 1998 con il governo Prodi e ministro della Difesa nel 2008 sempre con la stessa coalizione democratica, punzecchia la leader dem. Le due kermesse dei centristi? Hanno dimostrato “ancora una volta che nel Pd è più facile discutere dei problemi comuni fuori dal partito che all’interno”.
Parisi ha poi continuato ad esporre le proprie critiche sugli ultimi incontri di Milano e Orvieto: “Pur muovendosi ambedue senza incertezze nel perimetro del Pd si è trattato di riunioni del tutto diverse – ha sottolineato l’ex esponente della Margherita – è stata la coincidenza temporale, in buona parte casuale, a favorire la narrazione della comune appartenenza ad una supposta area di ‘centro del centrosinistra’, se non addirittura a proporle come due varianti della componente cattolica”. “Peccato – ha osservato – questa confusione ci ha infatti privato della considerazione del contributo portato distintamente dalle due diverse riunioni”.
Parisi su Schlein: “Non riesce a promuovere il confronto, questo è un fallimento”
“Di certo il solo fatto che Elly Schlein non riesca a promuovere il confronto tra le diverse posizioni all’interno del partito è implicitamente il segno di un suo fallimento – ha evidenziato Parisi – A meno che non ritenga che le conte nelle primarie di partito abbiano risolto alla radice ogni confronto tra i contenuti”. Tuttavia ha poi specificato che, stando alle dichiarazioni esplicite, non avrebbe trovato “per il momento alcun segno della contestazione del suo ruolo”. “Non ad Orvieto – ha aggiunto l’ex ministro e sottosegretario – dove si sono riuniti quelli che attorno a Veltroni hanno da sempre sostenuto la tesi che vuole il segretario del Partito democratico automaticamente candidato alla guida del governo”, ma neanche “a Milano visto che Delrio ha chiarito previamente che non si intende mettere in discussione questa regola, limitandosi a chiedere attenzione alle richieste dei ‘catto-dem’ e il riconoscimento della loro presenza e del loro spazio”.
Le altre perplessità di Parisi
“Quanto a me – ha riflettuto Parisi – penso che una volta confermata la stabile appartenenza almeno allo stesso campo se non proprio allo stesso partito, ognuno ha il diritto e il dovere di mettere in discussione la linea che guida la coalizione oggi all’opposizione” e che in futuro “la guiderà nella competizione per il governo”. È infatti evidente che è la linea che risulta prevalente a imprimere il proprio segno politico a tutti quelli che dichiarandosi appartenenti alla stessa coalizione si impegnano a sostenerla – incalza il professore – A meno che, tornando definitivamente al proporzionale, ognuno fa per proprio conto”.