Abu Dhabi, Meloni mette l’Italia al centro delle strategie energetiche del futuro. E porta a casa un «ambizioso progetto»

15 Gen 2025 11:11 - di Sveva Ferri
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Il pragmatismo, anche sul fronte della transizione energetica, è stato al centro del discorso di Giorgia Meloni al Summit per l’energia in corso ad Abu Dhabi. Pragmatismo nello scegliere oggi l’approccio della neutralità energetica e nel guardare per il futuro alla fusione nucleare, ma anche nel considerare questo terreno il luogo in cui tessere relazioni sempre più forti tra governi e tra governi e settore privato, in un’ottica di cooperazione strategica volta ad affrontare «un’epoca particolarmente complessa» generando «benefici condivisi per tutti». C’è la costruzione di una «nuova diplomazia energetica» nella visione del premier italiano, che ha rivendicato che l’Italia ha tutte le caratteristiche per diventare «hub strategico per i flussi energetici tra Europa e Africa», anche nell’ottica del Piano Mattei.

Meloni annuncia l’accordo energetico tra Italia, Albania ed Emirati Arabi Uniti

Meloni ha aperto il suo intervento portando un esempio concreto di questa nuova diplomazia, che l’Italia sta già costruendo. «Sono estremamente lieta di annunciare qui la firma di un accordo per dare il via a un progetto ambizioso tra le due sponde dell’Adriatico. Con Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Zayed e il primo ministro Edi Rama, oggi assisteremo alla firma di un impegno di estrema importanza per realizzare una nuova interconnessione energetica, volta a produrre energia verde in Albania e a esportarne una parte in Italia, grazie a un cavo sottomarino attraverso il Mar Adriatico», ha riferito la premier italiana, sottolineando che «crediamo fermamente in questo progetto che coinvolge i nostri tre governi, oltre ai nostri settori privati e agli operatori delle reti».

La presidente del Consiglio si è detta «molto orgogliosa di questa iniziativa», del valore di circa un miliardo di euro, perché, ha spiegato, «dimostra concretamente come possano essere costruite nuove forme di cooperazione anche tra partner apparentemente distanti, almeno da un punto di vista geografico. Partner che, tuttavia, sanno guardare alla scacchiera nel suo insieme e non solo al quadrante che sembra riguardarli più da vicino».

Il siparietto con Rama: lui si inginocchia e le canta «tanti auguri»

Meloni con bin Zayed ha avuto un primo incontro subito dopo il suo intervento, che anticipa il bilaterale fissato per il pomeriggio. Con Rama, poi, prima che il summit iniziasse, c’è stato anche un siparietto di carattere personale: il premier albanese si è inginocchiato e le ha fatto gli auguri per il suo 48esimo compleanno, offrendole in dono un foulard realizzato da un imprenditore italiano trasferitosi in Albania e diventato cittadino albanese.

L’avvertimento di Meloni: «La transizione non si può basare sulla desertificazione economica»

Nel suo intervento Meloni ha posto l’accento sul fatto che «non riusciremo a triplicare la capacità di generazione di energia rinnovabile entro il 2030, né a raddoppiare il tasso di efficienza energetica, se continuiamo a inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica o a mettere da parte, per ragioni ideologiche, soluzioni che invece potrebbero aiutare a costruire un’alternativa sostenibile ai combustibili fossili». «Dobbiamo essere pragmatici, semplicemente perché la realtà lo impone», ha avvertito, sottolineando che «il futuro della transizione energetica e della digitalizzazione dipenderò dalla nostra capacità di trovare un equilibrio tra sostenibilità e innovazione».

La necessità di «essere pragmatici» e lo sguardo su un futuro nucleare

Bisogna puntare su «un mix energetico equilibrato, basato sulle tecnologie attualmente disponibili, su quelle in fase di sperimentazione e su quelle che devono ancora essere identificate». «Non mi riferisco solo alle energie rinnovabili, ma anche al gas, ai biocarburanti, all’idrogeno verde e alla cattura della CO₂, senza dimenticare la fusione nucleare, che potrebbe potenzialmente produrre energia pulita, sicura e illimitata, trasformando l’energia da arma geopolitica in una risorsa ampiamente accessibile, cambiando di fatto il corso della storia».

L’Italia come «hub» energetico strategico per l’Europa

Quanto al ruolo dell’Italia Meloni ha ricordato che il nostro Paese «ha l’opportunità di diventare l’hub strategico per i flussi energetici tra Europa e Africa. Siamo una piattaforma naturale nel Mediterraneo, il che ci consente di agire come centro di approvvigionamento e distribuzione, collegando sia l’offerta esistente che quella potenziale dall’Africa con la domanda energetica dell’Europa». Il governo italiano, ha proseguito Meloni, «dà voce a questa ambizione anche attraverso il Piano Mattei, che pone l’energia come uno dei suoi pilastri fondamentali e prevede anche progetti di connessione strategica. Penso, ad esempio, all’interconnessione elettrica Elmed tra Italia e Tunisia».

La costruzione di una «nuova diplomazia energetica»

«Sono certa che sviluppare interconnessioni possa rappresentare la chiave di volta di una nuova diplomazia energetica, in grado di moltiplicare le opportunità di cooperazione tra di noi e generare benefici condivisi per tutti», ha detto ancora Meloni, ricordando che «stiamo vivendo in un’epoca particolarmente complessa, segnata da trasformazioni epocali». «Ora abbiamo una scelta da fare: possiamo subire queste trasformazioni restando inerti, oppure possiamo interpretarle come opportunità. Credo che dovremmo scegliere la seconda strada e percorrerla con coraggio e visione, senza paura di osare», ha proseguito la presidente del Consiglio, concludendo il suo discorso con una citazione dell’economista Julian Simon: «Il principale carburante per accelerare il progresso del mondo è il nostro patrimonio di conoscenze; i freni sono la nostra mancanza di immaginazione».

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