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ACCA LARENZIA

Acca Larenzia, anche a Lecce sinistra scatenata per impedire il ricordo: cori e lancio di bottiglie contro la fiaccolata per le vittime

Politica - di Demetra Orsi - 8 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 9 Gennaio 2025 alle 13:14

Aggressione a Lecce nei confronti dei ragazzi di Gioventù nazionale, Azione universitaria e Azione studentesca che avevano organizzato una fiaccolata in ricordo delle vittime della strage di Acca Larenzia.

Minacce di morte e bottiglie di vetro contro chi commemora Acca Larenzia

A poca distanza dal corteo commemorativo, una contro-manifestazione, organizzata da numerose sigle di sinistra, tra le quali – hanno riferito i ragazzi dei movimenti giovanili di FdI – anche i rappresentanti di partiti nazionali, tra cui i Pd, Movimento Cinque Stelle e Sinistra italiana. I manifestanti di sinistra, ignorando i limiti imposti dalle autorità, hanno raggiunto i partecipanti della fiaccolata. «Almeno un centinaio tra questi manifestanti, senza alcuna autorizzazione, ci hanno raggiunto radunandosi di fronte a noi, insultandoci, minacciandoci di morte, lanciandoci bottiglie di vetro e fumogeni», hanno raccontato il presidente Gioventù Nazionale Marco Gaetani, il presidente Azione Universitaria Lecce Mattia Gallotta e Nicola Demirev, presidente di Azione Studentesca Lecce. Tra i due gruppi si è frapposta la polizia in assetto antisommossa che, insieme alla Digos e ai carabinieri, presidiava l’area ed è riuscita a evitare il contatto.

Vergognosi slogan d’odio da parte della “democratica” sinistra

«Abbiamo commemorato i Martiri della strage di Acca Larenzia con una fiaccolata organizzata. Siamo ragazzi per bene che hanno coscienza politica, una responsabilità collettiva e hanno fatto pace con la storia», ha detto Gaetani, sottolineando che «dall’altra parte della strada, al contrario, si è alzato più volte lo slogan dell’odio politico: “10, 100, 1000 Acca Larenzia“». «Vogliamo chiedere alle sigle universitarie e alle forze politiche che hanno partecipato con loro al presidio, segnatamente al Partito Democratico, al Movimento Cinque Stelle, a Sinistra Italiana e a Lecce Città Pubblica di Carlo Salvemini, se intendano prendere pubblicamente le distanze dai facinorosi e condannare le minacce e gli atti di violenza che abbiamo subito, mentre manifestavano pacificamente. È necessario che la politica si esprima con forza contro chi vorrebbe riportarci ad un clima di violenza e odio politico inaccettabile», hanno quindi sottolineato i presidenti di Gn, Au e As.

I giovani di destra, “vittime dell’odio cieco dell’ultrasinistra e dei centri sociali”

Presente alla fiaccolata anche il deputato Saverio Congedo, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, che ha definito quanto accaduto «una pagina buia e triste della politica cittadina, alla quale ho assistito personalmente». «Esprimo la mia totale solidarietà ai ragazzi di Gioventù Nazionale Lecce, vittime dell’odio cieco dell’ultrasinistra e dei centri sociali». «Mi aspetto prese di posizione ferme e inequivocabili contro queste derive estremiste», la sua richiesta alle forze di sinistra.

Un clima di odio che non accenna a placarsi

La protesta dei radicali leccesi, presentata nei comunicati ufficiali come un’iniziativa volta a contrastare «il crescente clima di razzismo e intolleranza nel Paese», si è rivelata un’occasione per incitare all’odio e alle barbarie. Tra slogan antifascisti e richieste di scioglimento delle organizzazioni di destra, l’evento è rapidamente degenerato, tradendo le premesse iniziali. Nonostante gli organizzatori avessero promesso un presidio «colorato e pacifico, per costruire una società equa e multietnica», gli esiti finali hanno raccontato un’altra realtà.

Rampelli: “Una commissione per fare luce su Acca Larenzia”

Di fronte alle polemiche che hanno segnato l’anniversario, anche a livello nazionale, il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ha rilanciato la necessità di una «commissione parlamentare d’inchiesta» per accertare le responsabilità di chi, negli anni ’70 e ’80, armò giovani con mitragliette ed esplosivi. «Capire chi mosse i fili di quella guerra civile strisciante, che va sotto il nomignolo di strategia della tensione» è un dovere morale e storico, ha ricordato Rampelli, precisando che il suo obiettivo è garantire giustizia alle vittime. «È giunta l’ora – ha sottolineato l’esponente di FdI – di condividere questa memoria senza ipocrisie. Memoria comune che se non può più poggiarsi sulle sentenze dei tribunali deve fondarsi sulla verità storica».

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di Demetra Orsi - 8 Gennaio 2025