Almasri 12 giorni in Europa sotto il naso della Cpi. E Piantedosi smonta le fantasie della sinistra sull’espulsione

23 Gen 2025 17:29 - di Sveva Ferri
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La decisione di espellere il generale libico Najeem Osema Almasri Habish, dopo che la Corte d’Appello di Roma ne aveva ordinato il rilascio per un vizio di procedura, è stata presa a «salvaguardia della sicurezza dello Stato», alla luce del profilo di elevata pericolosità che emerge anche dal mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale. A chiarirlo è stato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al Question time al Senato sul caso intorno al quale la sinistra ha sollevato un polverone, accusando il governo di aver gestito la vicenda in maniera «opaca» e perfino di «complicità con una persona su cui pende l’accusa di reati gravissimi».

La scarcerazione di Almasri decisa dalla Corte d’Appello di Roma per un vizio di procedura

«Il 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa», ha spiegato Piantedosi in Aula. Il ministro quindi ha ricostruito le fasi dell’arresto di Almasri, avvenuto il 19 gennaio su un mandato della Cpi avvenuto il giorno prima. Solo dopo l’arresto, ha ricordato, sono stati informati la procura generale presso la Corte d’Appello di Roma, il ministero di Giustizia, il difensore d’ufficio e le Autorità Consolari. Il 21 gennaio, poi, la Corte d’Appello ha disposto il rilascio per vizio di forma e ne è seguito il rimpatrio immediato a Tripoli, «per ragioni di urgenza e sicurezza, vista la pericolosità del soggetto».

Piantedosi: «L’espulsione decisa per motivi di sicurezza dello Stato»

Piantedosi ha poi spiegato che «considerato che il cittadino libico era a piede libero in Italia e presentava un profilo di pericolosità sociale, come emerge dal mandato di arresto emesso in data 18 gennaio dalla Corte penale internazionale, ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato». «Il provvedimento è stato notificato all’interessato al momento della scarcerazione e, nella serata del 21 gennaio, ha lasciato il territorio nazionale», ha precisato Piantedosi, chiarendo che «l’espulsione che la legge attribuisce al ministro dell’Interno è stata individuata come misura in quel momento più appropriata, anche per la durata del divieto di reingresso, a salvaguardare la sicurezza dello Stato e la tutela dell’ordine pubblico che il governo pone sempre al centro della sua azione unitamente a ogni profilo di tutela dell’interesse nazionale».

Il ministro ha quindi chiarito che nell’informativa già prevista per la prossima settimana approfondirà e riferirà «su tutti i passaggi della vicenda, compresa la tempistica riguardante la richiesta, l’emissione e l’esecuzione del mandato di cattura internazionale, che è poi maturata al momento della presenza in Italia del cittadino libico».

Almasri 12 giorni in giro per l’Europa prima che la Cpi emettesse il mandato di arresto

Benché la sinistra si concentri sulla tempistica dell’arresto e dell’espulsione in Italia, in molti in queste ore hanno focalizzato l’attenzione sulla tempistica del mandato di arresto emesso dalla Cpi. Risulta infatti che Almasri si trovava in Europa da diversi giorni, 12 per l’esattezza, prima che la Cpi desse seguito alla richiesta di emettere il provvedimento che era stata presentata a ottobre dalla Procura dell’Aja. In particolare, è stato il Foglio a rivelare che Almasri era arrivato in Europa da Tripoli il 6 gennaio, fermandosi a Londra per sette giorni, prima di spostarsi a Bruxelles in treno e da lì in Germania, dove nel corso di un trasferimento in macchina da Bonn e Monaco è stato anche fermato dalla polizia, che lo ha lasciato andare. Soltanto sabato 18 gennaio, quindi 12 giorni dopo l’inizio del viaggio di Almasri in giro per l’Europa, la Corte penale internazionale ha emesso il mandato di arresto nei confronti di Almasri per crimini contro l’umanità e crimini di guerra.

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