Audizione choc alla Commissione Covid: “Sapevano di comprare milioni di mascherine non idonee”

16 Gen 2025 12:26 - di Carlo Marini
commissione covid

“Quanto sta emergendo dalla commissione d’inchiesta Covid è semplicemente inquietante. L’audizione odierna della società JC ha evidenziato la serie di decisioni, omissioni, mancati controlli, falsità tutte protese a realizzare una commessa miliardaria in favore di soggetti scelti dal commissario Arcuri pur in assenza di certificazioni dovute”. Lo dichiara Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

“Sorprende il silenzio che da troppo tempo avvolge la vicenda, salvo qualche rara eccezione. Sorprende anche – prosegue il capogruppo di FdI – che nessuno dei soggetti che si prodiga nel parlare di salute degli italiani si soffermi sul fatto che grazie ad Arcuri e compagni sono state immesse milioni di mascherine che hanno esposto gli italiani a contagi e malattia. Fratelli d’Italia – conclude Bignami – andrà avanti per chiarire i tanti punti oscuri di questa vicenda, consapevoli che in molti, invece, opereranno perché non sia fatta piena luce su quanto avvenuto”.

Malan: “Sta emergendo una vera e propria ‘mascheropoli'”

“In Commissione Covid sta emergendo una vera e propria ‘mascheropoli’, commenta Lucio Malan. Il presidente dei senatori di FdI, componente della Commissione d’inchiesta Covid, ai tg Rai attacca: “Gli italiani hanno pagato mascherine per un miliardo e 200 milioni non idonee e comunque il quadruplo del normale. Nel frattempo Arcuri e l’Agenzia per le dogane bloccavano le mascherine idonee. Fratelli d’Italia chiede di fare chiarezza su questo scandalo”.

Che cosa ha detto il presidente di JC-Electronics

“Qualche tempo fa ho letto il fascicolo dell’Inail riguardo al report ufficiale che hanno emesso nel dicembre 2022 sulle morti da COVID negli ospedali e sono rimasto stupito: ho rilevato, e non lo avrei mai immaginato, che la maggior parte delle situazioni che hanno portato a decessi sono proprio quelle in ambito sanitario. Pensavo che i medici fossero adeguatamente protetti, poi mi sono detto, visto che faccio l’ingegnere e qualcosa di matematica ne so, ma se noi facciamo un po’ di calcolo combinatorio? Cioè se io metto una mascherina buona sono protetto, ma se metto una mascherina non buona non sono protetto, sia da sanitario sia da comune cittadino”. Così l’ingegnere Dario Bianchi, fondatore e amministratore di JC-Electronics Italia srl, l’azienda di Colleferro che subì la cancellazione del contratto (revocato su “basi illegittime” secondo i giudici) per la fornitura di mascherine e per il quale il governo è stato condannato dal Tribunale di Roma a risarcire di oltre 203 milioni di euro la società, in audizione oggi in Commissione parlamentare di inchiesta alla Camera sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dal Covid.

La ricostruzione dell’ingegnere Bianchi alla Commissione Covid

“Quando il 3 agosto 2020 il dottor Arcuri ci cassa il contratto io resto stupito del fatto – ha proseguito l’ingegnere Bianchi – perché ci dice che le nostre mascherine avevano l’approvazione dell’Inail ma non erano state state approvate dal Cts. Ma il dottor Arcuri, è lui a scrivercelo, il 5 giugno del 2020 scrive ad un altro fornitore. Dice: ‘Infine e per contro, relativamente alle forniture di KN95, oggetto della lettera di commessa, protocollo n. 781 del 5 giugno 2020′, per quanto riguarda queste mascherine, ‘attualmente depositate presso gli aeroporti di Malpensa e Fiumicino, attesa l’intervenuta validazione dell’Inail, si procederà con il ritiro e con il conseguente pagamento”.

Insomma, ha concluso Bianchi, “le mascherine erano l’unico strumento che poteva proteggere, noi abbiamo emesso l’ordine più importante nella storia del governo italiano per un bene di consumo, in quel momento diventato un bene di prima necessità, lo paghiamo 4 volte il prezzo che lo avremmo dovuto pagare e poi, in realtà, questo bene si dimostra essere non salubre”.

Buonguerrieri: Arcuri risponda a queste accuse

“Domenico Arcuri e la struttura commissariale sapevano di acquistare, con soldi pubblici, mascherine non idonee. È quanto emerso stamattina dall’audizione in commissione parlamentare del fondatore della Jc Electronics, l’azienda che dovrà essere risarcita dallo Stato italiano per la cifra di oltre 203 milioni di euro a causa di una commessa di mascherine risolta da Arcuri su basi illegittime. Non solo. Risulterebbe, infatti, che la documentazione formalmente a corredo delle mascherine importate, comprate dalla struttura commissariale del dottor Arcuri in Cina dal consorzio Wenzhou-Luokai, non avrebbe ricevuto l’approvazione dall’Agenzia delle dogane e sarebbe stata segnalata come inadeguata anche dal Governo cinese. È doveroso allora indagare su possibili profili di dolo. È doveroso verificare se, mentre italiani innocenti morivano, qualcuno si è arricchito alle loro spalle frodando lo Stato”. Così in una nota la deputata Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia di Covid.

 

 

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