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Barbara Berlusconi sull’avviso di garanzia a Meloni: «Il pensiero va a mio padre, legittimo il sospetto di giustizia a orologeria»

Politica - di Eleonora Guerra - 28 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 29 Gennaio 2025 alle 16:47

Stavolta è stata Barbara Berlusconi a parlare. In genere meno presente sulla scena politica della sorella Marina, la terzogenita del Cav è intervenuta sulla vicenda dell’avviso di garanzia recapitato al premier Giorgia Meloni, ai ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio e al sottosegretario Alfredo Mantovano in relazione al rimpatrio in Libia del capo della polizia giudiziaria di Tripoli Najeem Osema Almasri, arrestato su mandato della Corte penale internazionale, fatto rilasciare dalla Corte d’Appello di Roma per un vizio di forma e immediatamente espulso dal governo per motivi di sicurezza.

Barbara Berlusconi: «Il pensiero va a mio padre»

«Non voglio entrare nel merito della vicenda, ma non può sfuggire la coincidenza dell’avviso di garanzia alla premier Meloni contestualmente alla riforma in discussione sulla separazione delle carriere dei magistrati», ha detto Barbara Berlusconi, intervistata dal Tg1.

Giustizia a orologeria? «Il sospetto è legittimo»

«Il pensiero – ha aggiunto – va all’avviso di garanzia che ricevette mio padre mentre presiedeva il G7 a Napoli. Non so se si tratti, come la definiva lui, di “giustizia a orologeria”, ma il sospetto – ha concluso – è legittimo». Le ipotesi formulate contro Meloni e gli altri esponenti del governo sono peculato e favoreggiamento sulla base di una denuncia dell’avvocato, già sottosegretario alla Giustizia nel governo Prodi, Luigi Li Gotti.

La precisazione dell’Anm e il tentativo dell’opposizione di schivare il boomerang

L’Anm ci ha tenuto a precisare che quello recapitato al premier, a due ministri e a un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio non è un avviso di garanzia, ma «una comunicazione di iscrizione che è in sé un atto dovuto perché previsto dall’articolo 6 comma 1 della legge costituzionale n. 1/89». «La disposizione – si legge in una nota – impone al procuratore della Repubblica, ricevuta la denuncia nei confronti di un ministro, ed omessa ogni indagine, di trasmettere, entro il termine di quindici giorni, gli atti al Tribunale dei ministri, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati affinché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati. Si tratta, dunque, di un atto dovuto». Una distinzione in punta di codice che poi anche l’opposizione ha iniziato a fare propria, dopo che per tutto il pomeriggio aveva cavalcato la peggiore sbornia giustizialista. Un tentativo di riaggiustare il tiro, dopo aver capito che la vicenda rischia di diventare per loro un enorme boomerang?

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di Eleonora Guerra - 28 Gennaio 2025