Benedetto Soros: se il miliardario tifa per la sinistra diventa magicamente “filantropo”

10 Gen 2025 17:57 - di Giovanni Pasero

George Soros, 92 anni, 7,2 miliardi di dollari nel portafoglio al primo gennaio 2025, è diventato un nome ricorrente in queste ore nel dibattito politico italiano, dopo essere stato tirato indirettamente in ballo dal premier Meloni.

Quelle del miliardario di origine ungherese sono le vere “ingerenze” e non certo le esternazioni social di Elon Musk, ha evidenziato Meloni. Il curriculum di Soros parla più di ogni altra opinione. Prendiamo come fonte inattaccabile Forbes, che certo non ha connotazioni ideologiche.

Se Soros fosse rimasto nell’Est Europa, dove è nato, meriterebbe l’etichetta che viene affibbiata ai miliardari di quelle zone: “oligarca”. Essendo invece ormai cittadino americano, ha guadagnato la fama di “filantropo”. Forbes sottolinea pure le origini della sua fama nera. Con la sua speculazione sulla sterlina “divenne noto come l’uomo che distrusse la Banca d’Inghilterra”.

Quel “mercoledì nero” del 16 settembre 1992, nei piani speculativi di Soros entrano infatti la sterlina inglese e, purtroppo per noi, anche la lira italiana: le due divise sono costrette ad uscire dal Sistema Monetario Europeo (Sme) a seguito della spaventosa speculazione finanziaria da lui condotta attraverso il fondo Quantum.

Quel giorno, il “filantropo” vende lire allo scoperto comprando dollari, costringendo così la Banca d’Italia a vendere 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio e portando la nostra moneta a una svalutazione del 30%. Grazie a quelle speculazioni, Soros avrebbe realizzato in un solo giorno la cifra record di un miliardo di dollari. La rivista finanziaria Forbes ricorda inoltre che dal 2018 Soros ha spostato 18 miliardi di dollari dai conti familiari alle sue “Open Society Foundations”, dove attualmente opera il figlio.

In campo politico, Soros è stato a lungo uno dei maggiori donatori del Partito Democratico americano: da record la donazione del 2022, quando ha versato 125 milioni di dollari in una sola tranche, a sostegno della campagna elettorale dei dem Usa in vista delle elezioni di medio termine.

Le sue elargizioni hanno riguardato (e riguardano) anche soggetti politici italiani. Come pure sono celeberrime le sue affinità elettive con alcuni esponenti del centrosinistra. Come ad esempio quella che lo lega all’ex premier Romano Prodi: non è un caso che sia stata proprio l’università di Bologna a regalargli una laurea honoris causa per mano del rettore Stefano Zamagni, già strettissimo collaboratore di Prodi e responsabile dell’Ulivo per le politiche sociali e le risorse umane.

C’è poi chi è entrato in una lista interna di Open Society, come la stessa Elly Schlein, considerato tra i “politici affidabili” per Soros quando sedeva nel parlamento europeo.

C’è poi chi, in queste ore, rivendica orgogliosamente di aver ricevuto i soldi di Soros come il deputato e segretario di Più Europa. “Noi che abbiamo ricevuto alcuni finanziamenti elettorali assolutamente legali e trasparenti da Soros li rivendichiamo – tuona Riccardo Magi – Meloni ha bisogno di usare la figura di Soros per sfuggire da un’altra questione, ovvero che lui non ha mai fatto parte di un governo e non è monopolista di un settore strategico della sicurezza come quello delle comunicazioni satellitare”.

Il dossier su Soros e i suoi finanziamenti

In una inchiesta dell’Adnkronos del 2018 si calcolano oltre 8,5 milioni di dollari, per l’esattezza 8.527.948 di sovvenzioni elargite in Italia dalla Open Society Foundations di George Soros nel biennio 2017-2018. Tra i beneficiari, movimenti politici come i Radicali Italiani, think-tank come l’Istituto Affari Internazionali, onlus e ong impegnate sul fronte dell’immigrazione e delle politiche di accoglienza e perfino il Comune di Ventimiglia. In tutto, secondo i dati ottenuti dall’Adnkronos, la fondazione del miliardario-filantropo statunitense di origini ungheresi ha finanziato 70 progetti: 32 nel 2017, per un totale di 4.140.318 dollari; e 38 nel 2018, per 4.387.630 dollari. Il campo d’azione principale dell’impegno della Open Society Foundations in Italia rimane l’immigrazione. Ai Radicali Italiani, ad esempio, sono andati in tutto 298.550 dollari nel 2017, per “promuovere un’ampia riforma delle leggi italiane sull’immigrazione attraverso iniziative che puntino a fornire aiuto agli immigrati e avanzare il loro benessere sociale”.

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *