Dopo Milano e Roma, anche Bologna devastata dal corteo per Ramy. FdI s’indigna, il Pd si sveglia

12 Gen 2025 11:15 - di Giovanni Pasero

E’ stato un fine settimana di assalti alla polizia, cori, ferimenti, attacchi allo Stato e minacce di vendetta quello che si è appena concluso, prima a Milano, poi a Roma, quindi a Bologna, nel segno della “giustizia” per Ramy, il ragazzo egiziano morto dopo un inseguimento nel capoluogo lombardo. Il bilancio è pesantissimo: 18 poliziotti feriti. In mattinata, è stata presa d’assalto anche la sinagoga di Bologna, che ha subito atti vandalici nella notte, in seguito al corteo per Ramy. Perfino il sindaco del Pd, Matteo Lepore, si è sentito di esprimere solidarietà alla comunità ebraica. Atti vandalici e devastazioni sono state fatte in molte zone del centro storico. «Stiamo ancora facendo la conta dei danni, che comunque appaiono ingenti, in molte strade e piazze», ha scritto Lepore. Poi s’è svegliata anche la segretaria Schlein: “Pieno supporto al sindaco di Bologna e ai cittadini bolognesi per la devastazione e le violenze della scorsa notte che hanno colpito anche alcuni esponenti delle Forze dell’Ordine, oltreché la Sinagoga e vari esercizi commerciali. Tutta la solidarietà del Partito democratico che condanna sempre ogni atto violento. Lepore ha ragione a chiedere unità delle istituzioni, affinché siano individuati i responsabili di questi atti inaccettabili, e a sottolineare che non esistono cause giuste per devastare Bologna, né qualsiasi altra città”.

Bignami: “L’assalto alla sinagoga di Bologna fatto estremamente grave”

Dal centrodestra, la condanna della violenza rossa è senza condizioni. «L’aggressione alla sinagoga di Bologna da parte di decine di persone con volto travisato e in passamontagna, probabilmente le stesse che poco prima avevano attaccato un commissario della Polizia di Stato, costituisce un fatto di estrema gravità che deve essere condannato da tutte le forze politiche e che segna una pericolosa escalation nel clima di violenza e antisemitismo crescente che si sta registrando in Italia». C0sì il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Galeazzo Bignami. «Esprimo la mia più profonda vicinanza e solidarietà verso la Comunità ebraica di Bologna – prosegue Bignami – i cui esponenti stanno sopportando da tempo un clima di intimidazione e odio alimentato anche da istituzioni locali incapaci di collaborare a un clima di dialogo e pace sempre più necessario»

Il filo rosso che unisce le violenze a Torino, Roma, Milano e Bologna

«Le violenze a Torino, Roma, Milano e Bologna perpetrate contro le Forze dell’Ordine non sono casuali. Avvengono tutte in città amministrate dalla sinistra e sono tutte e quattro città dove sono presenti e radicati centri sociali e collettivi che da tanto tempo sono sostenuti dalla sinistra, anche comunale, sono il frutto di quanto hanno seminato. A Bologna Lepore addirittura ha all’interno della maggioranza rappresentanti di queste realtà, non è quindi un caso che questi fatti accadano in quelle città», è il parere del senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei. Proprio sugli scontri di Roma, nella nottata di sabato a San Lorenzo, si era espressa la premier Meloni. “Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle Forze dell’Ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte», ha scritto sui social la presidente del Consiglio.

La condanna da parte della famiglia di Ramy

La famiglia di Ramy, dal canto suo, contesta gli atti di violenza delle ultime manifestazioni. “Siamo profondamente turbati nell’apprendere che il suo nome venga utilizzato come pretesto per atti di violenza” scrive il loro avvocato Barbara Indovina. Il loro figlio 19enne, egiziano, ma residente in Italia da molti anni, è morto il 24 novembre scorso a Milano in un incidente su uno scooter, guidato da un suo amico, dopo un inseguimento dei carabinieri.

”Noi, la famiglia di Ramy Elgaml, desideriamo esprimere con chiarezza e fermezza la nostra posizione riguardo agli avvenimenti che hanno seguito la tragica morte del nostro caro Ramy. La perdita di Ramy è per noi un dolore immenso e insopportabile. Il nostro unico desiderio è che la giustizia segua il suo corso senza strumentalizzazioni”. ”Condanniamo fermamente ogni forma di violenza e vandalismo che si è verificata nelle manifestazioni delle scorse ore – aggiunge -. Crediamo che il ricordo di Ramy debba essere un simbolo di unità, non di divisione o distruzione. Il nostro appello è rivolto a tutti coloro che scelgono di onorare la sua memoria: fatelo in modo pacifico e costruttivo, attraverso il dialogo e il rispetto reciproco”.

”Inoltre, ci dissociamo da qualsiasi utilizzo politico del nome di nostro figlio. Ramy era un ragazzo pieno di vita, amato dalla sua famiglia e dai suoi amici, e non vogliamo che la sua figura venga strumentalizzata per fini che non hanno nulla a che fare con la nostra richiesta di verità e giustizia per cui abbiamo riposto massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine – conclude – Chiediamo a tutti di rispettare il nostro dolore e di unirsi a noi nella ricerca di un percorso che porti a una vera giustizia, senza odio, senza violenza e senza divisioni”.

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